«Il mondo della Iptv pirata sta diventando molto pericoloso e la camorra serve per creare la centrale dei pezzotti». Dopo le varie inchieste del Mattino sul mondo...
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«Ho lavorato con il pezzotto tre anni e sono stato arrestato un anno fa dice l'uomo davanti alla telecamera - la Guardia di finanza, insieme a un tecnico di Sky, è venuta a casa mia alle 6 di mattina, mi hanno sequestrato i telefonini e i computer. Hanno capito che ero un admin molto grande perché stavano monitorando i miei movimenti su Postepay. Mi hanno scoperto perché un reseller ha chiesto un pagamento a un mio amico che mi aiuta anche a gestire l'Iptv. E da quella ricarica ci hanno messo sotto controllo. Sono accusato di associazione a delinquere e violazione del copyright. Rischio tre anni di carcere». Un commercio non senza rischi, quindi. L'uomo aveva iniziato a commerciare il pezzotto dopo essere stato licenziato come idraulico quando aveva solo 21 anni, per entrare nel giro è bastato un po' di passaparola. «A casa dice il giovane alle Iene - avevo già il pezzotto, così chiesi a chi me l'aveva installato di entrare nel giro. Mi disse: più amici mi porti e più ti faccio guadagnare. Chiunque potrebbe imparare a installare un abbonamento pezzotto nella smart tv o nel decoder. Con l'abbonamento che vendevo potevi vedere Sky, Mediaset Premium, Netflix, i film che erano al cinema, Tim vision, Infinity, tutto. Procacciavo i clienti sui forum, ci scambiavamo i contatti, così su Skype ci scambiavamo le Postepay. Chiedevo 30 euro ogni 3 mesi, 60 euro per il semestrale, 120 euro per l'annuale. In più dovevo dare l'assistenza al cliente, mi contattavano a ogni ora».
E così dal nulla, il giovane napoletano, prima dell'arresto, era arrivato a gestire circa 350 pannelli, i cosiddetti reseller, che a loro volta gestiscono dalle 100 alle 1000 persone. «Avevo circa 40.000 utenti e guadagnavo più o meno 40.000 euro al mese». Per lavorare usava macchine potenti e si serviva di Worldstream. «A Worldstream davo 2000 euro a server, per un totale di 10.000 euro al mese. Mi hanno scritto più volte per dirmi che stavo trasmettendo un flusso pirata di Sky, e che dovevo smettere per violazione del copyright. Io ho risposto che era un errore e che avrei provveduto a cancellarlo. Ma poi non si facevano più sentire e io continuavo. Alla prima email che ricevi hai paura, poi capisci il loro gioco e vai avanti. E infatti non mi hanno mai chiuso un server».
«Secondo me dice l'uomo dal volto coperto - Sky ha solo una soluzione possibile per contrastare i flussi pirata: chiudere i dns, cioè i software che servono per mascherare gli indirizzi Ip dei server, e che vengono tranquillamente acquistati online. Anche se l'Iptv con 10 euro è un servizio imparagonabile rispetto a Sky, anche perché il servizio offerto è maggiore. Anche abbassare il costo del pacchetto potrebbe essere una soluzione per contrastare i flussi pirata». Infine l'uomo ammette che il mondo del pezzotto attira anche la camorra. «Il legame fra il pezzotto e la camorra c'è. La camorra serve per creare la centrale, dove vengono estratti i flussi dai decoder, il cuore da dove tutto nasce, perché per farlo c'è bisogno di tante Postepay. Chi si fa installare il pezzotto a casa deve avere paura, perché alimenta le persone sbagliate, i malavitosi». Anche per questo il giovane si è pentito Leggi l'articolo completo su
Il Mattino