Il re (pentito) del pezzotto tv: «Giro d'affari che fa gola alla camorra»

Il re (pentito) del pezzotto tv: «Giro d'affari che fa gola alla camorra»
di Valentino Di Giacomo
Lunedì 30 Settembre 2019, 10:00 - Ultimo agg. 17:01
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«Il mondo della Iptv pirata sta diventando molto pericoloso e la camorra serve per creare la centrale dei pezzotti». Dopo le varie inchieste del Mattino sul mondo delle tv illegali, anche «Le Iene», la trasmissione Mediaset in onda il prossimo martedì su Italia Uno, proporrà un'interessante intervista a un pentito napoletano che commerciava il pezzotto rilasciata anonimamente alla iena Alessandro di Sarno.

«Ho lavorato con il pezzotto tre anni e sono stato arrestato un anno fa dice l'uomo davanti alla telecamera - la Guardia di finanza, insieme a un tecnico di Sky, è venuta a casa mia alle 6 di mattina, mi hanno sequestrato i telefonini e i computer. Hanno capito che ero un admin molto grande perché stavano monitorando i miei movimenti su Postepay. Mi hanno scoperto perché un reseller ha chiesto un pagamento a un mio amico che mi aiuta anche a gestire l'Iptv. E da quella ricarica ci hanno messo sotto controllo. Sono accusato di associazione a delinquere e violazione del copyright. Rischio tre anni di carcere». Un commercio non senza rischi, quindi. L'uomo aveva iniziato a commerciare il pezzotto dopo essere stato licenziato come idraulico quando aveva solo 21 anni, per entrare nel giro è bastato un po' di passaparola. «A casa dice il giovane alle Iene - avevo già il pezzotto, così chiesi a chi me l'aveva installato di entrare nel giro. Mi disse: più amici mi porti e più ti faccio guadagnare. Chiunque potrebbe imparare a installare un abbonamento pezzotto nella smart tv o nel decoder. Con l'abbonamento che vendevo potevi vedere Sky, Mediaset Premium, Netflix, i film che erano al cinema, Tim vision, Infinity, tutto. Procacciavo i clienti sui forum, ci scambiavamo i contatti, così su Skype ci scambiavamo le Postepay. Chiedevo 30 euro ogni 3 mesi, 60 euro per il semestrale, 120 euro per l'annuale. In più dovevo dare l'assistenza al cliente, mi contattavano a ogni ora».



E così dal nulla, il giovane napoletano, prima dell'arresto, era arrivato a gestire circa 350 pannelli, i cosiddetti reseller, che a loro volta gestiscono dalle 100 alle 1000 persone. «Avevo circa 40.000 utenti e guadagnavo più o meno 40.000 euro al mese». Per lavorare usava macchine potenti e si serviva di Worldstream. «A Worldstream davo 2000 euro a server, per un totale di 10.000 euro al mese. Mi hanno scritto più volte per dirmi che stavo trasmettendo un flusso pirata di Sky, e che dovevo smettere per violazione del copyright. Io ho risposto che era un errore e che avrei provveduto a cancellarlo. Ma poi non si facevano più sentire e io continuavo. Alla prima email che ricevi hai paura, poi capisci il loro gioco e vai avanti. E infatti non mi hanno mai chiuso un server».

«Secondo me dice l'uomo dal volto coperto - Sky ha solo una soluzione possibile per contrastare i flussi pirata: chiudere i dns, cioè i software che servono per mascherare gli indirizzi Ip dei server, e che vengono tranquillamente acquistati online. Anche se l'Iptv con 10 euro è un servizio imparagonabile rispetto a Sky, anche perché il servizio offerto è maggiore.

Anche abbassare il costo del pacchetto potrebbe essere una soluzione per contrastare i flussi pirata». Infine l'uomo ammette che il mondo del pezzotto attira anche la camorra. «Il legame fra il pezzotto e la camorra c'è. La camorra serve per creare la centrale, dove vengono estratti i flussi dai decoder, il cuore da dove tutto nasce, perché per farlo c'è bisogno di tante Postepay. Chi si fa installare il pezzotto a casa deve avere paura, perché alimenta le persone sbagliate, i malavitosi». Anche per questo il giovane si è pentito

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