C'è la testimonianza di un passante, che ha confermato di aver visto che «tre ragazzi si rifiutavano di dare il documento alla polizia», ma anche una...
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Inchiesta condotta dal pm Maria Teresa Orlandi, agli atti finiscono anche le dichiarazioni di un testimone - si chiama Giacomo Mellone - che si limita dal canto suo a ricordare una scena: «Ero in compagnia di amici, ho visto tre ragazzi litigare con la polizia, come se si rifiutassero di esibire il documento. Uno sventolava il documento e non lo voleva consegnare».
Anche gli altri due indagati ribadiscono invece la propria estraneità alle accuse. Ha detto Langella al gip: «Gli agenti si sono avvicinati a Spaccaforno, gli hanno chiesto i documenti, sono arrivati altri agenti, c'è stata una escalation, mi sono trovato sbattuto sul cofano dell'auto, ho declinato le mie generalità, poi ho chiesto a Spaccaforno cosa stesse accadendo, in cinque mi hanno fatto entrare in auto, ho lividi, ecchimosi e dolori al braccio, non ho agito con violenza nei confronti degli agenti». Stesso canovaccio da parte di Marmora: «Ho visto gli agenti chiedere a Spaccaforno di consegnare il documento di riconoscimento, mi sono limitato a chiedere il motivo del fermo, loro mi hanno detto che stavano facendo dei controlli, un agente ha anche aggiunto che non doveva darmi alcuna spiegazione. A questo punto - continua Langella - ho chiesto a un agente perché non avesse la mascherina, lui mi ha preso per il collo e mi ha condotto in questura». Versioni discordanti, sentiamo qual è la sintesi del gip: «Gran parte della condotta è stata esasperata dalla concitazione del momento e dalla confusione per cause indipendenti dalla volontà degli arrestati, al momento le versioni rese (comunque necessarie di altri approfondimenti) integrano l'ipotesi di reato di resistenza al pubblico ufficiale». E ancora: «La ferma resistenza dei tre da passiva diventa attiva nella fase della colluttazione, pertanto l'utilizzo della forza muscolare da parte della polizia è stata proporzionata al grado di resistenza opposta». Difesi - tra gli altri - dall'avvocato Annalisa Senese, i tre indagati puntano alla revoca del provvedimento. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino