«In ottant'anni di negozio, una scena simile non si era mai vista in piazza Garibaldi: è stata un'immagine molto bella, e soprattutto rassicurante. Gli agenti...
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«I poliziotti a cavallo hanno fatto sgomberare tutta la gente che occupava le aiuole - esulta l'edicolante Gennaro Sportiello al passaggio degli agenti - Stanno cercando di mettere ordine ed evitare il degrado che si è verificato in seguito alla riconsegna. Se la piazza fosse sempre così, la Stazione di Napoli rinnovata sarebbe uno spettacolo unico in Europa. Sarebbe bello se venissero tutte le mattine. Mamme e bambini avrebbero così la fiducia di venire a vivere l'area ogni giorno». L'operatore ecologico ha appena pulito l'arena, che è «al momento una bomboniera», osservano i commercianti. E l'immagine dei poliziotti a cavallo suona effettivamente artistica, vista sullo sfondo dei piloni «futuristici» della metro o su quello dell'anfiteatro neoclassico. «Ci voleva», sospira ancora Pistone. Nel pomeriggio, poi, arrivano i migranti. «Molti sono rimasti senza lavoro e quindi hanno perso la casa», come spiegato nei giorni scorsi al Mattino dal presidente della Comunità Senegalese di Napoli Pierre Preira. Si parla in queste ore di un patto - proposto dal Comitato Orgoglio Vasto - tra imprenditori partenopei ed extracomunitari per rilanciare l'integrazione.
Piazza pulita, ieri, grazie agli agenti a cavallo, ma nelle retrovie del Vasto le cose non sono facili. Tante anime in poco spazio: visto che qui la vita costa meno, sono arrivati dal Nord tanti extracomunitari a cui il virus ha tolto il lavoro. A pranzo si vedono decine di donne senegalesi o nigeriane costeggiare i marciapiedi coi «passeggini del cibo», usati per trasportare grossi contenitori di riso con carne da smerciare ai passanti extracomunitari. In via Milano sono assiepati altri migranti senza casa: sonnecchiano tutto il giorno sui cartoni all'esterno di un negozio di fotocopie. A pochi metri parlano tre ragazzi magrebini. I due gruppi non comunicano. Sono vicini ma lontani. A parte il dualismo con i residenti, le comunità non legano tra loro. Lo stesso Preira spera di «organizzare presto un torneo di calcio per avvicinare le nazionalità». «La situazione è difficile dopo il virus - dice Adelaide Dario del Comitato Vasto - Qui è uno scontro sociale. Via Bologna e via Milano sono quelle messe peggio: si bevono alcolici e si fuma erba a tutte le ore: questo scatena risse davanti ai nostri e ai loro bambini. I negozi di cosmetica vendono Bitter dalla Nigeria in bustine verdi. E poi un gin fatto in casa con erbe aromatiche, usato anche come antinfiammatorio. Non siamo contrari all'integrazione, ma servono fatti per tutelare i residenti: centri di accoglienza in altri quartieri così da evitare scontri tra etnie sempre più frequenti». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino