Piazza Garibaldi, sorpresa a Napoli: arrivano i poliziotti a cavallo

Piazza Garibaldi, sorpresa a Napoli: arrivano i poliziotti a cavallo
di Gennaro Di Biase
Sabato 20 Giugno 2020, 10:00
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«In ottant'anni di negozio, una scena simile non si era mai vista in piazza Garibaldi: è stata un'immagine molto bella, e soprattutto rassicurante. Gli agenti a cavallo hanno dato un senso di cura e pulizia a tutta l'area. Ne avevamo bisogno: in questi mesi ci siamo sentiti spesso abbandonati». Fabio Pistone, tabaccaio, commenta così il passaggio degli uomini della polizia equestre che ieri, intorno alle 10, hanno effettuato diversi giri dell'arena, dei campetti e della piazza riconsegnata a dicembre 2019 dopo decenni di lavori. Una risposta della polizia all'appello lanciato nei giorni scorsi dai vigili urbani rispetto al degrado e al malaffare dell'area. Sono tanti i commercianti che raccontano la scena con lo stesso entusiasmo, anche perché i problemi di questi tempi sono dietro l'angolo alla Stazione.

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«I poliziotti a cavallo hanno fatto sgomberare tutta la gente che occupava le aiuole - esulta l'edicolante Gennaro Sportiello al passaggio degli agenti - Stanno cercando di mettere ordine ed evitare il degrado che si è verificato in seguito alla riconsegna. Se la piazza fosse sempre così, la Stazione di Napoli rinnovata sarebbe uno spettacolo unico in Europa. Sarebbe bello se venissero tutte le mattine. Mamme e bambini avrebbero così la fiducia di venire a vivere l'area ogni giorno». L'operatore ecologico ha appena pulito l'arena, che è «al momento una bomboniera», osservano i commercianti. E l'immagine dei poliziotti a cavallo suona effettivamente artistica, vista sullo sfondo dei piloni «futuristici» della metro o su quello dell'anfiteatro neoclassico. «Ci voleva», sospira ancora Pistone. Nel pomeriggio, poi, arrivano i migranti. «Molti sono rimasti senza lavoro e quindi hanno perso la casa», come spiegato nei giorni scorsi al Mattino dal presidente della Comunità Senegalese di Napoli Pierre Preira. Si parla in queste ore di un patto - proposto dal Comitato Orgoglio Vasto - tra imprenditori partenopei ed extracomunitari per rilanciare l'integrazione.
 

 

Piazza pulita, ieri, grazie agli agenti a cavallo, ma nelle retrovie del Vasto le cose non sono facili. Tante anime in poco spazio: visto che qui la vita costa meno, sono arrivati dal Nord tanti extracomunitari a cui il virus ha tolto il lavoro. A pranzo si vedono decine di donne senegalesi o nigeriane costeggiare i marciapiedi coi «passeggini del cibo», usati per trasportare grossi contenitori di riso con carne da smerciare ai passanti extracomunitari. In via Milano sono assiepati altri migranti senza casa: sonnecchiano tutto il giorno sui cartoni all'esterno di un negozio di fotocopie. A pochi metri parlano tre ragazzi magrebini. I due gruppi non comunicano. Sono vicini ma lontani. A parte il dualismo con i residenti, le comunità non legano tra loro. Lo stesso Preira spera di «organizzare presto un torneo di calcio per avvicinare le nazionalità». «La situazione è difficile dopo il virus - dice Adelaide Dario del Comitato Vasto - Qui è uno scontro sociale. Via Bologna e via Milano sono quelle messe peggio: si bevono alcolici e si fuma erba a tutte le ore: questo scatena risse davanti ai nostri e ai loro bambini. I negozi di cosmetica vendono Bitter dalla Nigeria in bustine verdi. E poi un gin fatto in casa con erbe aromatiche, usato anche come antinfiammatorio. Non siamo contrari all'integrazione, ma servono fatti per tutelare i residenti: centri di accoglienza in altri quartieri così da evitare scontri tra etnie sempre più frequenti». 

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