Piazza Trieste e Trento, far west davanti ai turisti: c’è l’identikit del pistolero

Piazza Trieste e Trento, far west davanti ai turisti: c’è l’identikit del pistolero
È cominciato in questo modo l’ultimo episodio da far West consumato in pieno centro a Napoli. Con una sorta di liturgia che introduce e accompagna - nove su dieci -,...

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È cominciato in questo modo l’ultimo episodio da far West consumato in pieno centro a Napoli. Con una sorta di liturgia che introduce e accompagna - nove su dieci -, regolamenti di conti e agguati trasversali: «Mi hai guardato? Che guardi a fare? Perché? Altrimenti che fai? Sì ti sto guardando e mo che fai?». Al centro della scena, nei pressi di una “sprizzeria” dei Quartieri spagnoli, una coppia di gemelli contro un ragazzo della loro età (in giro assieme alla fidanzatina). Si conoscono, si guardano in cagnesco. Scoppia la lite, una zuffa tra i tre galletti, nel corso della quale uno dei due gemelli estrae un coltello e ferisce il rivale. Gli infligge una ferita all’altezza della nuca, un taglio che rischia di provocare conseguenze gravissime. La rissa finisce qui, ma è solo il primo step di una sequenza di violenza che culmina negli spari in piazza Trieste e Trento, quella - per intenderci - di due settimane fa, che ha fatto il giro dei media, grazie a un video rimbalzato sui social media. Ricordate quelle scene? Rabbia e paura da parte degli avventori di un bar, dei clienti che lasciano i tavolini esterni, dei genitori che mettono in sicurezza i propri figli, dei turisti che non sanno da che parte scappare. 

Indagini della Mobile del primo dirigente Alfredo Fabbrocini, sotto il coordinamento del pm Enrica Parascandolo e del procuratore aggiunto Sergio Amato, si lavora sulle immagini delle telecamere, ma anche su quanto emerso da alcuni cellulari sequestrati ad un paio di camerieri di un noto ristorante nella zona del Lungomare di Napoli. Torniamo alla storia del ferimento del ragazzino, quello colpito da uno dei due gemelli alla testa da un coltello sbucato nel corso della zuffa. La coltellata alla testa brucia per un intero nucleo familiare. Si muove un congiunto del ragazzino ferito: lavora onestamente, è a sua volta imparentato con un soggetto rimasto coinvolto in un triplice omicidio consumato due anni fa ai Quartieri Spagnoli. Sa il fatto suo e cerca un chiarimento. Lo fa attraverso un suo conoscente, che fissa l’appuntamento con il padre dei due gemelli, per ottenere una spiegazione e, secondo una liturgia tutta interna a un certo sistema di valori, anche una “soddisfazione” per lo sfregio arrecato al più piccolo della famiglia. Dove viene fissato l’appuntamento? Facile a dirsi. In piazza Trieste e Trento, che è un poco una terra di mezzo, che cuce rigurgiti malavitosi di diversa estrazione. Qui arrivano quelli della Pignasecca, quelli di Sant’Anna di Palazzo, quelli del Pallonetto, per non parlare dello struscio di chi si affaccia da altre zone dell’area metropolitana. 

Via telefono il parente del ragazzino ottiene anche le coordinate giuste: ci vediamo in un posto preciso della piazza, quello che non è immediatamente coperto dalle telecamere, secondo una logica che fa leva sulle carenze del sistema di videocontrollo a Napoli, che attende da decenni una implementazione definitiva. Eccoli dunque alla scena del chiarimento. Da un lato c’è il cameriere di 48 anni, dall’altro il padre dei due gemelli, che è venuto accompagnato da una sorta di spalla. Si tratta di un 21enne, già noto alle forze dell’ordine per i suoi eccessi di violenza, famigerato nella zona dei Quartieri spagnoli per la sua velocità nell’uso della pistola. Secondo quanto emerso dalla ricostruzione fatta dagli inquirenti, i fatti sono andati in questo modo: il 48enne ha chiesto soddisfazione, vale a dire la possibilità di picchiare l’accoltellatore del proprio parente. Proposta respinta al mittente, con un no secco, in un crescendo di tensione in cui si fa spazio anche il 21enne. Si arriva a una sorta di corpo a corpo, nel quale il cameriere 48enne ha la meglio, sovrastando da un punto di vista fisico il 21enne, che non esita a indietreggiare prima di estrarre l’arma e fare fuoco. Ferito al piede, l’uomo è costretto a scappare, a lasciare la zona, mentre sulla piazza terra di mezzo, cala la paura. Tutti hanno visto, nessuno parla. Resta l’incubo di una nuova vendetta, in una spirale di violenza che soffoca una capitale del turismo, che mortifica le bellezze di Napoli. Violenza nata all’esterno di una “sprizzeria”, per uno sguardo seguito dai commenti di sempre: «Che guardi a fare? Altrimenti?». 

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Il Mattino