Pier, collezionista di vip. «Così mi prendo gioco della disabilità»

Pier ha trovato il modo di prendersi gioco della disabilità, di non lasciarsi consumare ma di "usarla" pragmaticamente come un passe-partout per aprirsi al mondo...

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Pier ha trovato il modo di prendersi gioco della disabilità, di non lasciarsi consumare ma di "usarla" pragmaticamente come un passe-partout per aprirsi al mondo con irriverenza. Ha poco più di 20 anni, Pierangelo Caiazza, costretto in carrozzina fin dalla nascita per una tetraparesi spastica e dopo aver provato a diventare un avvocato,  per gioco ha iniziato invece a collezionare vip. Ha più di 850 foto con personaggi del mondo dello spettacolo e della musica.

 
Fu un amico ad introdurlo al mondo incantato del palcoscenico invitandolo ad una sfilata di moda con Laura Torrisi, da quel giorno non gli sfugge più alcun big. Racconta che alcuni amici non vedono di buon occhio questo suo hobby e credono si pavoneggi attraverso il "consumo" improprio, quasi usa e getta, e l'incetta di vip che sfoggia sul profilo Fb. Ma Pier le chiama emozioni. Ogni giorno parte dalla provincia di Caserta per raggiungere altre mete della Campania a caccia di personaggi famosi. Così è arrivato anche a Maradona, che lo ha "benedetto", a Berlusconi e alla Loren. Porta "in tour" la disabilità ma senza la pretesa di raccogliere fondi, anzi neppure sa "come si potrebbe fare". Sfodera in faccia allo showbiz l'umanità, come un invito ad abbassare i riflettori sui lustrini e a ridimensionare le luci della ribalta, per dirla alla Chaplin. I personaggi gli regalano "qualcosa anche senza accorgersene". Pier non ha più il padre ed è la madre a lottare per lui contro le barriere architettoniche nel paesino in cui risiede. E' la sua eroina che "vince ogni battaglia contro la disabilità e la burocrazia. Ce la fa sempre", ed è felice di vederlo felice. Pier se guarda al futuro lancia un appello a costituire un'associazione che possa aiutare l'aggregazione e l'integrazione delle persone affette da disabilità, perché per lui non c'è lavoro più bello che "stare in mezzo alle persone".
 
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Il Mattino