In una vicenda kafkiana per gli ordini e i contrordini che si sono accavallati, l'epilogo è arrivato ieri con l'ennesimo colpo di scena. Il murale di Jorit a piazza...
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La Rocca si era detto spiazzato per aver appreso la notizia dalla stampa, e con una ulteriore nota aveva chiarito: «La nostra posizione, nei confronti dell'opera di Jorit, non è né un sì né un no, valuteremo con grande serenità ed equilibrio le carte che ci arriveranno, se ci arriveranno, e decideremo». Nel mezzo della bufera, dagli uffici dell'ingegnere Umberto Lebruto, amministratore delegato di Fs Sistemi Urbani promotore dell'iniziativa, non arrivava nessuna controreplica. Si lavorava per verificare l'effettiva sussistenza del vincolo, e ieri è arrivata la posizione ufficiale di Fs. La premessa esprime un pizzico di risentimento, con un condizionale messo bene in evidenza: «Ha destato stupore la notizia del veto della Soprintendenza che impedirebbe a Jorit, artista di fama internazionale, di disegnare sulla facciata del grattacielo che dalla stazione di Napoli Centrale si affaccia su Piazza Garibaldi, un enorme volto di Pino Daniele». Poi c'è la precisazione con tanto di sottolineatura che si sono fatte tutte le verifiche necessarie: «Le società FS Sistemi Urbani e Grandi Stazioni Immobiliare, che la settimana scorsa hanno siglato un accordo con la Fondazione Jorit per consentire la realizzazione del murale, in collaborazione con l'ente Pino Daniele Trust Onlus, dopo avere appreso da alcuni quotidiani del possibile impedimento hanno effettuato accurate verifiche per accertare che nessuna irregolarità fosse stata commessa». E così si arriva al nocciolo della questione, entrando nel tecnico. Si conferma che, effettivamente, nel 2004 era stato messo il vincolo sul palazzo, «tuttavia, una sentenza del Tar del 2006, confermata nel 2007 da analogo pronunciamento del Consiglio di stato, libera, di fatto, quell'edificio da qualsiasi provvedimento restrittivo». Poi la bordata: «La stessa Soprintendenza, con una nota trasmessa nel 2016 alla società Grandi Stazioni, ha espressamente riconosciuto che, alla luce di tali sentenze, l'immobile in questione non è soggetto a disposizioni di tutela diretta ai sensi del vigente codice dei Beni Culturali».
La nota si conclude con un'offerta di collaborazione, forse ironica, nei confronti di un ente che ha bloccato l'opera senza motivo: «I vertici delle due società, che hanno sempre operato nel massimo rispetto delle procedure, si dicono comunque disponibili a dialogare e collaborare con la Soprintendenza per chiarire qualsiasi eventuale dubbio residuo». Alcune fonti vicino alle Fs sottolineano, fuori nota ufficiale, che in questi giorni si inaugurerà il cantiere, e che i tempi inizialmente previsti, con fine lavori entro trenta giorni, saranno rispettati. Tornano di nuovo sensate le parole dello street artist Jorit, che aveva mostrato il suo grande entusiasmo all'annuncio del progetto: «Pino Daniele fa parte del patrimonio non solo artistico ma anche culturale e per così dire umano di Napoli. Grazie a questo progetto, in rappresentanza del popolo napoletano ci sarà proprio lui a salutare e accogliere quanti ogni giorno arrivano e partono dall'hub ferroviario di piazza Garibaldi». Ieri, in una intervista a Il Mattino Alex Daniele, il figlio del Nero a metà, aveva detto: «Napoli merita di svegliarsi un giorno con il volto gigante di un'artista che l'ha cantata e difesa come pochi: Pino merita di ritrovarsi di nuovo nel cuore della sua città». E adesso, a meno che non si svegli un altro signor no, che l'opera di Jorit abbia inizio. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino