In una vicenda kafkiana per gli ordini e i contrordini che si sono accavallati, l'epilogo è arrivato ieri con l'ennesimo colpo di scena. Il murale di Jorit a piazza Garibaldi con il volto di Pino Daniele si può fare. Il progetto, annunciato alla fine della settimana scorsa dalle Fs, era stato bloccato dalla Sovrintendenza di Palazzo Reale guidata da Luigi La Rocca, secondo il quale, con una comunicazione messa nero su bianco, «sul grattacielo in questione c'è un vincolo a protezione del bene, fin dal 2004». E così due giorni fa ha inviato una nota ufficiale alle Ferrovie chiedendo le carte del progetto e ogni altro particolare dell'iniziativa, che, in base a questo (inesistente) vincolo, doveva essere autorizzata per non commettere un abuso, una violazione della legge.
La Rocca si era detto spiazzato per aver appreso la notizia dalla stampa, e con una ulteriore nota aveva chiarito: «La nostra posizione, nei confronti dell'opera di Jorit, non è né un sì né un no, valuteremo con grande serenità ed equilibrio le carte che ci arriveranno, se ci arriveranno, e decideremo». Nel mezzo della bufera, dagli uffici dell'ingegnere Umberto Lebruto, amministratore delegato di Fs Sistemi Urbani promotore dell'iniziativa, non arrivava nessuna controreplica. Si lavorava per verificare l'effettiva sussistenza del vincolo, e ieri è arrivata la posizione ufficiale di Fs. La premessa esprime un pizzico di risentimento, con un condizionale messo bene in evidenza: «Ha destato stupore la notizia del veto della Soprintendenza che impedirebbe a Jorit, artista di fama internazionale, di disegnare sulla facciata del grattacielo che dalla stazione di Napoli Centrale si affaccia su Piazza Garibaldi, un enorme volto di Pino Daniele». Poi c'è la precisazione con tanto di sottolineatura che si sono fatte tutte le verifiche necessarie: «Le società FS Sistemi Urbani e Grandi Stazioni Immobiliare, che la settimana scorsa hanno siglato un accordo con la Fondazione Jorit per consentire la realizzazione del murale, in collaborazione con l'ente Pino Daniele Trust Onlus, dopo avere appreso da alcuni quotidiani del possibile impedimento hanno effettuato accurate verifiche per accertare che nessuna irregolarità fosse stata commessa». E così si arriva al nocciolo della questione, entrando nel tecnico. Si conferma che, effettivamente, nel 2004 era stato messo il vincolo sul palazzo, «tuttavia, una sentenza del Tar del 2006, confermata nel 2007 da analogo pronunciamento del Consiglio di stato, libera, di fatto, quell'edificio da qualsiasi provvedimento restrittivo». Poi la bordata: «La stessa Soprintendenza, con una nota trasmessa nel 2016 alla società Grandi Stazioni, ha espressamente riconosciuto che, alla luce di tali sentenze, l'immobile in questione non è soggetto a disposizioni di tutela diretta ai sensi del vigente codice dei Beni Culturali».
La nota si conclude con un'offerta di collaborazione, forse ironica, nei confronti di un ente che ha bloccato l'opera senza motivo: «I vertici delle due società, che hanno sempre operato nel massimo rispetto delle procedure, si dicono comunque disponibili a dialogare e collaborare con la Soprintendenza per chiarire qualsiasi eventuale dubbio residuo». Alcune fonti vicino alle Fs sottolineano, fuori nota ufficiale, che in questi giorni si inaugurerà il cantiere, e che i tempi inizialmente previsti, con fine lavori entro trenta giorni, saranno rispettati.