Il Pio Monte Marinai di Procida deve tornare nelle gestione dei procidani. Parte una petizione popolare, primi firmatari gli ultimi sei sindaci dell'isola (Enzo Esposito,...
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«Questo decreto ha urlato il capitano Antonio Cascone, marittimo in pensione, medaglia d'oro per lunga navigazione del ministero dei Trasporti - ha origine da una falsa dichiarazione che afferma che il Pio Monte dei Marinari è una Confraternita. La Curia napoletana lo ammetta e restituisca ai marittimi procidani il pieno diritto di voto e l'amministrazione del loro Pio Monte, secondo quanto previsto dallo statuto datato 12 settembre 1871. Nessun articolo di questo statuto - ha sottolineato Cascone - consente al Cardinale di eleggere, amministrare e/o nominare commissari».
La scintilla che ha acceso la ribellione dei marittimi procidani è stata la richiesta di incrementare da 100 a 400 euro mensili il fitto del locale ove ha sede il Circolo dei Capitani e Macchinisti, fondato nell'isola nel 1911, marittimi che sono considerati da sempre come gli eredi materiali e morali del più antico Pio Monte. Tanto è vero che nel passato erano i presidenti del circolo a reggere contemporaneamente le redini della benemerita associazione marinara. Spiega il presidente del Circolo, il capitano di macchine Vincenzo Schiano di Coscia: «Le proposte dei commissari curiali ci hanno dato la sensazione di trovarci davanti ad uno sfratto dolce, da consumarsi, cioè, lentamente nei prossimi anni. E questo non lo possiamo consentire. Non si sfratta la cultura e la tradizione marinara dell'isola, per di più da parte di coloro che dovrebbero essere i loro difensori. Noi vogliamo un contratto chiaro a cifre non elevate in quanto siamo gli eredi della marineria isolana con un circolo che possa continuare ad esercitare attività sociale e di promozione del lavoro sul mare».
Il commissario Giovanni Wurzburger getta acqua sul fuoco pur ribadendo che i problemi economici non possono essere messi da parte. «Siamo rimasti veramente sorpresi della reazione dei procidani. La nostra azione è stata e sarà sempre volta a cercare collaborazione e unità di intenti. Se il Circolo Capitani e Macchinisti ritiene troppo oneroso per le sue disponibilità finanziarie il rinnovo del fitto potremmo stipulare un contratto di comodato gratuito dei locali, ospitando in regime di pacifica convivenza e coabitazione la sede della Confraternita Pio Monte dei Marinai. Noi vogliamo continuare a promuovere azioni di solidarietà e promozione marinara, vedi la recente istituzione di tre borse di studio di 1000 euro ciascuna per i migliori giovani diplomati nautici, ma non possiamo non tener conto che i tempi sono cambiati. I locali adiacenti il Circolo - evidenzia Wurzburger - sono sottoposti a un fitto che supera anche i mille euro mensili». Non ha però trovato accoglienza la mediazione dell'assessore comunale Antonio Carannante. E, mentre si aspetta la risposta del cardinale Crescenzio Sepe, i marittimi si attrezzano per intraprendere una lunga navigazione con una serie di azioni a livello legale e di mobilitazione sociale. Qualcuno ha proposto in assemblea lo sciopero dalle Messe. «Anche le nostre donne sono pronte a sostenerci» hanno detto tra gli applausi. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino