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Anzitutto l'incontro di domani con il mondo della cultura napoletano. Rigorosamente senza simboli di partito o che richiamino alle politiche del 25 settembre. È il format deciso per l'incontro del ministro della Cultura Dario Franceschini e del sindaco Manfredi. Per rispettare il primo cittadino che vuole mantenere un rigoroso profilo istituzionale rispetto al voto. Ma tant'è le elezioni sono dietro l'angolo ed è indubbio l'appoggio di Gaetano Manfredi con l'amico capolista Franceschini. Non solo stima reciproca ma un legame di amicizia se i due ieri sono stati a pranzo da Cicciotto a Marechiaro. Oltre due ore a pranzo, solo loro due, per discutere in tutta tranquillità. Come già accaduto, qualche settimana fa, a palazzo San Giacomo nello studio del sindaco.
Con l'unico e più grande cruccio che in queste settimane assilla e impensierisce l'ex rettore: la tenuta del Patto per Napoli che ha evitato per un soffio il default finanziario di palazzo San Giacomo. E il timore del sindaco è che con una maggioranza di centrodestra al governo gli impegni presi dall'esecutivo uscente possano essere rimessi in discussione. Una spada di Damocle che pende sulla testa dei napoletani, secondo il sindaco, ansioso, di avere non tanto rassicurazioni effimere ma prove certe per il futuro. E un impegno del Pd.
Vale per il Patto per Napoli ma anche, in generale, per i finanziamenti ed i progetti del Pnrr che riguardino il Mezzogiorno e le grandi città. È uno degli argomenti affrontati ieri nel locale a picco sul mare tra i due che hanno lavorato gomito a gomito come ministri nel Conte II. Più che naturale, quindi, che le preoccupazioni sul Patto di Manfredi siano esternate con l'amico ministro. Con l'obiettivo di mettere in sicurezza tutto come ha già detto chiaramente Franceschini non appena è stata ufficializzata la sua candidatura a Napoli.
Insomma, i due, ragionano su un binario comune.
Con uno scenario così, con questo tipo di rapporto, più che naturale come il sindaco non abbia alcuna difficoltà a prestare il suo volto all'iniziativa organizzata per domani dal ministro uscente. Certo c'è stata, nelle scorse settimane, una moral suasion proprio del primo cittadino nei confronti della sua variegata maggioranza per evitare un loro impegno diretto in queste politiche. Più che altro per evitare incomprensioni e veleni che avrebbero poi potuto riverberarsi sul Comune. Magari per colpa di qualche intemperanza di un singolo. Diverso ragionamento per lui, capace di mantenere non solo il giusto equilibro ma anche di evitare scivoloni. Non a caso l'iniziativa di domani (palazzo Zapata, ore 17.30) prevede un incontro tra il ministro ed il sindaco con il mondo della cultura napoletano. Non solo quello istituzionale ma anche con i rappresentanti delle associazioni e degli imprenditori di questo mondo. Ma tutto rispettando un profilo istituzionale che non richiami il voto. Niente simboli di partito e un invito che non ricordi le politiche nonostante sia un incontro che è anche un'iniziativa elettorale per il ministro uscente.
Intanto il Pd di Napoli, anche questa settimana aderisce alla campagna di mobilitazione lanciata dal Nazareno che, per tre weekend consecutivi, coinvolge in tutta Italia militanti ed elettori dem, oltre ai candidati in lista. E tra il centro e la provincia i democrat napoletani saranno in piazza con banchetti, iniziative e volantinaggi per illustrare il programma.
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