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Per Mario (nome di fantasia) la serata di venerdì 10 settembre si prospettava in allegra compagnia: a casa di amici per trascorrere qualche ora insieme. Invece il ragazzo in quella casa ha trovato la sua camera della tortura. Una serata da incubo. Una volta nell'appartamento il sedicenne è stato bloccato dai suoi più che esuberanti amichetti, quindi legato mano e piedi con del nastro adesivo e percosso. In pratica si è ritrovato improvvisamente incaprettato e picchiato. Pure insultato tra uno schiaffo e l'altro.
La serata da Arancia Meccanica si sarebbe consumata in un appartamento del centro di Pomigliano e in un contesto di famiglie perbene. Nulla faceva sospettare il presagio di un assurdo episodio di violenza del genere, uno dei più beceri atti di bullismo. Sì, perché solo menti sadiche e sottili possono partorire atti di questo tipo. Invitare a casa un «amico», se così a questo punto si può chiamare, con la scusa di stare un po' insieme per poi torturarlo legandolo prima con dello scotch, perché questo purtroppo è successo, non è certo roba da angioletti.
A ogni modo per fortuna Mario è scampato al peggio. Secondo quanto finora trapelato qualcuno, ma non i suoi aguzzini, a un certo punto è riuscito a giungere in suo soccorso e a liberarlo.
Una storia oscura e complicata. In base a un'indiscrezione di stampa Mario non presenterebbe sul corpo segni di percosse. C'è però da considerare che il ragazzo avrebbe subito le violenze venerdì ma che lui, accompagnato dai suoi genitori, si è recato dai carabinieri soltanto il lunedì sera successivo, tre giorni dopo il fatto, cioè il tempo sufficiente a far svanire i segni di uno schiaffo o anche di un pugno, magari non necessariamente assestato «al meglio».
Rimane il fatto inoppugnabile che un ragazzo si è recato con i suoi genitori nella stazione dei carabinieri. Un ragazzo che ha raccontato ai militari violenze inaudite poi finite all'interno di una dettagliata denuncia firmata. Un'assunzione di responsabilità di non poco conto e che i carabinieri stanno tenendo nella dovuta considerazione. Una situazione molto delicata.
I minori coinvolti in questa storia sono tutti studenti che appartengono a famiglie del ceto medio della zona. Lo scenario non è quindi di quelli soliti da classica babygang di strada, vale a dire caratterizzato da personaggi radicati in un contesto criminale e disperato. Stanno però emergendo indiscrezioni da pelle d'oca. Quel terribile venerdì sera non sarebbe stato infatti un episodio isolato. Mario avrebbe subito altre violenze dai soggetti denunciati. Sarebbe diventato il «trastullo» del solito gruppetto. Potrebbero dunque venire alla luce altre circostanze raccapriccianti. E va sempre peggio la piaga del bullismo anche nell'area di Pomigliano, dove è divenuto una sorta di terribile moda, quasi un modo di vivere.
Secondo i dati della Società di Pediatria, appena diffusi dall'Osservatorio nazionale sul bullismo, in Italia otto ragazzi su dieci tra i 14 e i 18 anni hanno sperimentato forme più o meno gravi di disagio emotivo, che nel 15% dei casi è sfociato in gesti di autolesionismo con un aumentato rischio di suicidio.
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