«Pompei bella come mai per Gilmour» | I preparativi

«Pompei bella come mai per Gilmour» | I preparativi
È qui la festa, nell'Anfiteatro Romano di Pompei, anche se ieri sera il «Rattle that lock tour» ha iniziato trionfalmente - e pronto al bis di stasera - la...

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È qui la festa, nell'Anfiteatro Romano di Pompei, anche se ieri sera il «Rattle that lock tour» ha iniziato trionfalmente - e pronto al bis di stasera - la sua avventura italiana in un'altra cornice storica come quella del Circo Massimo, a Roma, anche se il 10 e l'11 approderà nell'Arena di Verona. «Le date del 7 e 8 luglio sono per David Gilmour le più importanti di tutto questo giro di concerti, ci tiene moltissimo», racconta Mimmo D'Alessandro che, con il suo socio Adolfo Galli, ha fatto il colpaccio, riaprendo lo spazio al rock, riportando il chitarrista nell'antica arena dove si esibì nel 1971 davanti alle cineprese di Adrian Maben e un pugno di spettatori-imbucati tra cui c'era anche un giovanissimo Lucio Dalla. Anche stavolta i suoi show saranno ripresi, questa volta in digitale, diventeranno un film, un cd e un dvd dal vivo, quasi a completare e chiudere il cerchio iniziato con «Pink Floyd live at Pompeii».


«Gilmour ha detto che sogna di poter di nuovo camminare all'alba tra le rovine dell'antica città e lo farà. Ma lo spettacolo che lo attende sarà persino più stupefacente», racconta il manager, nato a Somma Vesuviana, felicissimo «di poter portare un evento simile nella mia Campania, di fare qualcosa per la mia terra. Giovedì, quando abbiamo acceso per la prima volta le luci nella notte di Pompei siamo rimasti senza fiato. Stiamo allestendo la zona con il rispetto sacrosanto che merita, ogni cosa arriva a mano, il palco è piazzato nel lato davanti alle vigne di Mastroberardino, il colpo d'occhio è tale da sbalordire persino la più incallita popstar».

I due sold out di Pompei sono, sottolinea D'Alessandro, «un successo importante, non solo per David, non solo per noi, non solo per Pompei, ma per tutto il sistema Campania. Chi ha criticato il costo dei biglietti si renderà conto che la grande bellezza regalata dall'Anfiteatro e da Gilmour insieme vale molto di più dei 345 euro pagati. Certo, mi dispiace per chi non se lo può permettere ed ha scelto location insieme più consuete, capienti ed economiche come quelle di Roma o Verona, ma non è un caso che tantissimi spettatori abbiano prenotato dall'estero. Questo, magari con il bis del concerto di Elton John al Teatro Grande, potrebbe essere un nuovo inizio per un uso consapevole di Pompei. Uso per il quale devo ringraziare il sovrintendente Massimo Osanna: senza di lui non saremmo qui. E, naturalmente, Franceschini: quando, l'altro giorno, con l'ex Pink Floyd siamo andati a trovarlo non si sa se era più felice il ministro-fan o il mito del rock emozionato di fronte alla prospettiva di tornare a Pompei».

Dopo il secondo show di stasera nell'ambito del Postepay Sound Rock in Roma, Gilmour e la moglie Polly Samson, autrice di versi per lui e per i Pink Floyd, ma anche scrittrice (è appena uscito in Italia «La gentilezza» per i tipi di Unorosso), saranno a Napoli già da domani. «In tempo per fare un po' i turisti, per trovare la concentrazione adatta per affrontare un concerto che davvero non sarà come gli altri e di cui sentiremo parlare a lungo», conclude D'Alessandro.


E se Franceschini ha già annunciato la sua presenza al primo concerto, giovedì, non ci saranno, invece, Giuseppe Del Regno e Stefano De Martino, consiglieri comunali che hanno affidato a un comunicato stampa la loro posizione contraria alla cittadinanza onoraria di Pompei al chitarrista, che dovrebbe essere votata domatina. «Non riteniamo ci siano i presupposti», tuonano i due verdiniani: «I Pink Floyd sono stati sicuramente bravi, ma non ci risulta che dal successo di Live at Pompeii, ottenuto anche grazie a questo luogo storico, ci sia stato un beneficio economico e sociale nè per la città antica né per quella moderna». Le generazioni di mezzo mondo che hanno scoperto Pompei anche grazie a quel film, e gli alberghi, i ristoranti, i paninari e i parcheggiatori che faranno affari d'oro il 7 e l'8, e i giornalisti, non solo italiani, che arriveranno per raccontare son et lumière, cornice e quadro, non contano per i due del gruppo Ala. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino