POMPEI - Stop a tavolini e ombrelloni di bar e ristoranti davanti al Santuario e agli Scavi. Il direttore dell'area archeologica Massimo Osanna intima al Comune di revocare le...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
La lettera del direttore del Parco, per la precisione, è stata inviata alla polizia municipale: si chiede di verificare le istanze «assumendo prioritariamente la finalità di riqualificare il territorio e assicurare il decoro delle aree tutelate» dal codice dei Beni culturali e del Paesaggio. Osanna invita il Comune, invocando lo spirito di una reciproca collaborazione tra istituzioni, ad «effettuare le verifiche di legittimità» delle autorizzazioni passate e future nelle piazze che si aprono nei pressi delle biglietterie degli Scavi (piazza Marina Inferiore, piazza Immacolata, piazza Anfiteatro) ma anche in piazza Bartolo Longo, antistante il Santuario. Osanna rammenta inoltre ai caschi bianchi le istanze di occupazione di suolo pubblico dovranno essere «preventivamente» inviate alla sua attenzione.
Questa presa di posizione ha di fatto bloccato tutto il comparto del terzo settore che puntava sul rilancio dell'economia con l'arrivo dell'alta stagione turistica.
«I tavolini posti all'esterno delle nostre attività sono un richiamo per il turista», spiegano i titolari di bar, ristoranti e chioschi. «Mangiare un gelato, sorseggiare una bibita o un semplice caffè sotto il cielo della splendida Pompei è un richiamo unico per gli stranieri. Tolto questo possiamo anche chiudere dopo aver affrontato un duro inverno di crisi». I consiglieri comunali di opposizione Alberto Robetti, Alfonso Conforti, Andreina Esposito e Amato La Mura hanno preso le difese degli operatori «interrogando» il sindaco Pietro Amitrano sulla questione. «Non ritenendo legittima la richiesta del ministero per i Beni e le Attività Culturali a firma del professor Massimo Osanna - scrivono i quattro consiglieri nell'interrogazione inviata al primo cittadino - non comprendiamo perché l'ufficio preposto abbia sospeso il rilascio di dette autorizzazioni. Tali sospensioni sono causa di notevoli danni economici per le attività commerciali, all'indotto collegato a dette attività ed al mondo del lavoro che trova, anche in queste attività, una notevole opportunità. Tutto questo si ritorce contro l'economia del'intera città. Vista l'importanza dell'argomento - concludono gli esponenti politici - confidiamo in una risposta celere alla città per la risoluzione del problema». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino