Pompei - Vicoli silenziosi e solitari dove da decenni non si posa il piede di un turista. C'è una Pompei lontana dalla caciara delle comitive, dagli ombrellini parasole...
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La sfida, adesso, sottolinea il sovrintendente Massimo Osanna che ieri ha presentato alla stampa le nuove aperture con il direttore generale del Grande Progetto, generale Luigi Curatoli, sarà spingere i visitatori - il 2016 si chiuderà con oltre 3 milioni di ingressi, il 2017 inizierà con l'eccezionale apertura di Capodanno che coincide con la prima domenica del mese gratuita - «a percorrere anche le strade remote» di Pompei. Che non sono prive di meraviglie. Come la grande dimora, abbandonata probabilmente dopo il terremoto del 62 d.C. appartenuta ad Obellio Firmo, uomo politico ricco e potente come racconta la cassaforte in bronzo e ferro, restaurata ed esposta nell'atrio principale con le colonne alte oltre sette metri e decorate con capitelli, arredato con un tavolo in marmo, un monopodio di sostegno per una statuetta e un bacino. Obellio Firmo, però, riceveva i suoi clientes in un atrio secondario.
Decorate tutte le stanze che affacciano sull'ampio peristilio: nell'oecus, piccolo salone di rappresentanza con triclini, affreschi e graffiti con scene di gladiatori. Nella Domus, disabitata al momento dell'eruzione, cercarono rifugio cinque persone di cui, durante gli scavi condotti nella seconda metà dell'Ottocento, furono trovati gli scheletri. Torna visibile anche quello che i custodi più anziani chiamano «Lupanariello», il Piccolo Lupanare - l'unica finestra murata per garantire discrezione e le pareti affrescate con immagini erotiche e di eroti in volo - di un luogo di ristorazione in cui le schiave praticavano la prostituzione. Restituita ai visitatori anche la casa di Marco Lucrezio Frontone riaperta nel 2014 e poi richiusa per terminare i lavori del grande triclinio in cui campeggia il quadro con l'uccisione di Neottolemo per mano di Oreste davanti al tempio di Apollo a Delfi. Bellissima e raffinata dimora rimasta per anni poco nota ai turisti, la domus appartenuta anch'essa ad un uomo politico ha affreschi meravigliosi ricchi di rimandi intellettuali degni dello status sociale del proprietario.
Come la decorazione su fondo giallo ocra del piccolo cubicolo che rappresentava probabilmente la camera da letto dei figli del padrone di casa: ai lati dell'ingresso ci sono ritratti di fanciulli, e sulle pareti amorini in volo che fanno da contorno alle scene moraleggianti di Narciso e Perona rappresentata mentre allatta il padre Micone per salvarlo dalla morte.
Il Mattino