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In numerose informative di polizia giudiziaria viene indicato come una delle personalità criminali più pericolose ed emergenti a Ponticelli: ieri per il 27enne Antonio Nocerino si sono aperte le porte del carcere grazie a un'indagine svolta dalla Squadra Mobile di Napoli diretta da Alfredo Fabbrocini e coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Napoli. Pesanti le accuse: estorsione e rapina, aggravate dal metodo mafioso.
E nelle carte dell'inchiesta emerge tutto il tratto drammatico di ciò che la criminalità organizzata è capace di dispensare, con le sue malefatte: perché il titolare dell'azienda presa di mira da Nocerino, dopo aver subìto il ricatto del racket ed essere stato costretto a versare al clan De Micco la somma di trentamila euro, alla fine ha dovuto rinunciare all'attività e a chiudere l'impresa.
La misura cautelare emessa dal giudice per le indagini preliminari riguarda un’attività d’indagine condotta dalla Polizia di Stato che ha consentito esso di raccogliere gravi indizi di colpevolezza a carico dell’indagato, considerato legato ai "Bodo" De Micco.
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