Il Premio Napoli cambia anche sede: da Palazzo Reale a San Domenico

A dicembre scade la concessione e non si può più rinnovare

Palazzo Reale
Cambia nome, e anche sede. Probabilmente, si sposta nel complesso di San Domenico Maggiore. Il «fu» Premio Napoli, ovvero il più antico concorso letterario...

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Cambia nome, e anche sede. Probabilmente, si sposta nel complesso di San Domenico Maggiore. Il «fu» Premio Napoli, ovvero il più antico concorso letterario d'Italia appena trasformato in agenzia per la diffusione culturale, deve lasciare le stanze al primo piano di Palazzo Reale. Una nuova rivoluzione alle porte, in questo caso non scatenata dall'arrivo di Maurizio de Giovanni alla presidenza, e neppure dalla volontà del proprietario di casa, Mario Epifani, anche perché tra i due i rapporti sono di buon vicinato, anzi ottimi, per il carattere di entrambi.

Ma il trasloco, per dicembre 2023, si deve alla scadenza naturale della concessione dei locali, «ereditata» dalle precedenti gestioni. Si va così verso la risoluzione del contratto per la Fondazione Premio Napoli quanto per la Fondazione Mezzogiorno Europa.

«Entrambe svolgono attività indubbiamente compatibili con le nostre finalità», premette Epifani, il direttore di Palazzo Reale, due anni fa diventato museo autonomo e in debito di spazi da destinare a esposizioni e uffici e da utilizzare per l'accoglienza dei visitatori, in modo da «poter realizzare l'ambizioso progetto di rilancio, sostenuto anche da un importante finanziamento ministeriale, di 23 milioni».

Pur se si tratta di una reggia, gli appartamenti sono già fin troppo affollati: «Com'è noto - chiarisce Epifani -, il complesso monumentale accoglie due soprintendenze e la Biblioteca nazionale che occupa, da sola, oltre la metà dell'intero edificio», e non sembra neppure più così certo che quasi tutti i libri moderni siano trasferiti a Palazzo Fuga. E poi, a breve è prevista l'inaugurazione del museo Caruso, nella sala dorica, l'ex rimessa delle carrozze. E le mostre temporanee sono all'ordine del giorno: tra le ultime, l'esposizione della «Flagellazione» di Caravaggio, prima che volasse Louvre. Insomma, sembrano davvero stretti i margini per trovare una intesa tra le parti, nonostante il confronto aperto già da tempo, tenendo conto che, in ogni caso, il regolamento istituzionale non consente un rinnovo automatico della concessione per nessuna delle due fondazioni: va avviata una procedura a evidenza pubblica per l'assegnazione.

Sul cambio di sede, «la questione è stata posta: attendiamo risposte», interviene de Giovanni. Un'ipotesi su tutte: la Casa della lettura nel complesso di San Domenico Maggiore promossa proprio dall'amministrazione Manfredi; potrebbe essere una soluzione, in linea con l'obiettivo di coinvolgere i ragazzi, con continuità. «L'importante non è quale sia la struttura scelta, ma che la sede diventi un luogo aperto a più gente possibile, soprattutto ai giovani e a chi i libri di solito non li frequenta; e poi che sia attivo tutto l'anno, accogliente e non di nicchia», dice l'autore di bestseller, che rimarca: «Abbiamo un'emergenza, quella di una regione che non legge più: ogni iniziativa e spazio che contribuisca alla lotta alla povertà educativa sono ben accetti». De Giovanni, per primo, con la nuova formula "Campania Legge Fondazione Premio Napoli" è deciso a proporre attività in aggiunta a quelle tradizionali, sostenuto da Igiaba Scego, Diego De Silva, Maurizio Braucci.

Intanto, è online il bando della sessantanovesima edizione della competizione letteraria (quest'anno il tema è il Mediterraneo) e lunedì 19 giugno sono convocati gli Stati generali della lettura. Un incontro tra associazioni, librerie e ogni sodalizio che lavora per il settore, organizzato nella sede della Fondazione con vista su piazza Trieste e Trento, per studiare la costituzione di un osservatorio, un programma di interventi e un ciclo di appuntamenti utili alla diffusione della parola scritta e di quella letta. Prevista la partecipazione al dibattito dei responsabili del Comune del Patto per la lettura a cui Campania Legge annuncia l'adesione. Con Andrea Mazzucchi, nella doppia veste di referente del sindaco per le biblioteche e componente del consiglio di amministrazione della fondazione. Il professore della Federico II potrebbe essere il trait d'union tra idee e luoghi, di ieri oggi e domani.

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Il Mattino