Tentato omicidio, estorsione, usura e porto illegale di armi. Queste le accuse a carico degli 8 fermati, colpevoli, secondo gli inquirenti, del raid contro l'isolato 6 del...
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Il gip del Tribunale oplontino ha convalidato le misure cautelari in carcere per tutti gli arrestati, in attesa del riesame. Secondo i carabinieri del Nucleo Operativo del tenente Andrea Morgando, della compagnia di Torre Annunziata, del capitano Michele De Riggi e della stazione di Boscoreale, che hanno condotto le indagini, ad organizzare il raid ed anche a guidare il gruppo di usurai, erano due donne, Angela e Rosa, figlia e mamma.
Nel gruppo di fuoco è implicato anche il figlio minorenne di 17 anni di Angela, mentre a sparare contro Rita, ferendola al braccio, sarebbe stato il figlio di Rosa. A suo carico infatti, pende l'accusa di tentato omicidio. Dalle ricostruzioni della difesa, per ora, emerge un legame di parentela tra Rosa e Rita, carnefice e vittima. Se così fosse, lo scenario si ribalterebbe nuovamente.
Le due famiglie sarebbero in contrasto dal 2012, quando Rosa ha prestato 3mila alla famiglia di Rita, a patto di restituirli con gli interessi. Questi ultimi però, aumentavano del 400% e Rita non riusciva più a pagarli. Già altre volte prima di venerdì, i "guagliuni" di Rosa e Angela avevano intimato alla donna di pagare. Il raid punitivo doveva essere l'ultimo avvertimento: paga, o muori. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino