Pride 2020, l'onda arcobaleno a Napoli: «Subito una legge contro l'omolesbotransfobia»

Non con la tradizionale parata, ma con i colori arcobaleno a riempire piazza Plebiscito in un flashmob nel rispetto del distanziamento fisico imposto dal Covid e animato dallo...

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Non con la tradizionale parata, ma con i colori arcobaleno a riempire piazza Plebiscito in un flashmob nel rispetto del distanziamento fisico imposto dal Covid e animato dallo slogan «Napoli è mille culture», parafrasi del verso della celebre canzone di Pino Daniele. Si è presentato così quest’anno il consueto appuntamento con il Napoli Pride: il primo in Italia, secondo gli organizzatori, a scendere in piazza dopo il lockdown, e dedicato alla giovane egiziana Sarah Hijazi, morta suicida il 14 giugno in Canada, dove aveva chiesto asilo per il suo orientamento sessuale.

 
L’iniziativa ha riunito le associazioni Lgbt napoletane e tanti giovani, che muniti di cartoncini colorati si sono esibiti al tramonto in una coreografia studiata appositamente per l’evento.  «Questo è un anno molto difficile per tutti per noi, ma sentivamo comunque la necessità di scendere in piazza per i nostri diritti - ha spiegato Antonella Capone, portavoce flash mob Napoli Pride 2020 - Nonostante l'Italia sia un grande Paese per quanto ci riguarda ha ancora una grande mancanza: una legge contro l'omolesbotransfobia, ma speriamo arrivi presto. C’è una legge depositata anche in Regione, ma è tutto fermo. Per noi era importantissimo essere qui perché non siamo cittadini o cittadine di serie B. Napoli è una città libera, una città felice. Napoli è pride».
 

In piazza anche Alessandro Zan, deputato e primo firmatario del progetto di legge contro l’omotransfobia, e il sindaco di Napoli Luigi de Magistris, che con l’amministrazione comunale ha supportato anche questa edizione. «Napoli lancia il messaggio della voglia di vivere, del coraggio, del desiderio di stare insieme, che non vuol dire superficialità, perché la città ha dato un esempio all'Italia durante il lockdown – ha detto il primo cittadino - però adesso è anche il momento del buon senso, bisogna capire che il virus c'è e  abituarsi a convivere con il distanziamento fisico, ma non più con quello sociale. Napoli in questi anni ha lottato per i diritti, per i beni comuni, per la contaminazione e per gli abbracci. È un luogo che ha sempre aperto le porte a tutto e tutti, anche nell'epoca del Covid, e sarà una città rifugio per tutti quelli che vogliono una energia antidepressiva».
 
 
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Il Mattino