Pride Napoli 2022, centomila in strada: «Siamo la capitale dell'accoglienza»

Pride Napoli 2022, centomila in strada: «Siamo la capitale dell'accoglienza»
Il magma multicolore che ha invaso le strade di Napoli è stato travolgente e infinito. «Eravamo in centomila», hanno scritto, con entusiasmo, gli organizzatori...

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Il magma multicolore che ha invaso le strade di Napoli è stato travolgente e infinito. «Eravamo in centomila», hanno scritto, con entusiasmo, gli organizzatori del Pride napoletano a fine serata e, forse, si sono avvicinati alla realtà.

Sul palco, prima della grande festa, le parole sono state molte, forse troppe. La sensazione è che il Pride 2022 sia stato esageratamente autoriferito: molte (e giuste) frasi sulla libertà di genere, sui diritti da ampliare, sui muri da abbattere; pochi invece i riferimenti all'attualità, nessun accenno alla guerra in Ucraina né alla necessità di pace, nessuno sguardo alle difficoltà del mondo circostante.

Tra i tanti invitati a parlare, il sindaco Manfredi ha ricordato la capacità di accoglienza della città che ha sempre aperto le braccia a chiunque, senza respingere nessuno, l'assessore Ferrante ha letto un discorso sulla necessità di condividere le lotte delle comunità del Pride e ha proposto un commovente ricordo di Francesca Menna, ex assessore alle Pari Opportunità recentemente scomparsa. Le parole più vere, però, le ha pronunciate Luca Trapanese, assessore e gay dichiarato, il quale ha vissuto e condiviso da sempre le lotte della comunità omosessuale: «Io ho avuto la fortuna di avere una famiglia che ha compreso, ma conosco il tormento di chi non ha avuto la mia fortuna». Prima delle parole ufficiali, tra le gente del Pride s'è mosso anche l'ex sindaco de Magistris che ha stretto mani e fatto selfie.

Il popolo del Pride s'è concentrato una piazza Municipio avvolta da una sconvolgente cappa di calore. Una decina gli interventi delle ambulanze per soccorrere persone colte da malore a causa del grande caldo. Paura quando sul palco anche una delle vigilesse in alta uniforme, che portava il gonfalone del Comune di Napoli, ha avuto un piccolo mancamento.

Il racconto delle persone e dei colori è lo stesso di ogni Pride: finiscono in vetrina i corpi in mostra, i visi ricoperti di colori e scritte, l'entusiasmo sopra le righe, gli ospiti della grande serata di festa al lungomare, Valeria Marini e Marco Carta

Resta nell'ombra la maggioranza del popolo del Pride, quello delle famiglie arcobaleno, degli adulti che si tengono per mano in disparte, degli adolescenti che cercano accoglienza per un'identità sessuale appena scoperta e ancora ricca di incognite: forse alla fine sono loro i più frastornati da una manifestazione nella quale pensavano di trovare risposte serene e dalla quale hanno capito che c'è ancora troppo da lottare. 

Il raduno arcobaleno alla fine si è rivelato un immenso affare solo per i venditori abusivi. Erano tantissimi, se ne infischiavano della presenza in massa di vigili, poliziotti, carabinieri, finanzieri. Avevano un campionario infinito di merce, dal braccialetto arcobaleno a un euro alla bandiera da dieci euro, dalla collana di fiori multicolore da cinque euro al ventaglio del Pride che costava cinque euro. C'è pure chi ha azzardato un cerchietto per la testa sul quale erano agganciate due riproduzioni tridimensionali di un membro maschile, ma l'articolo non ha riscosso il successo sperato. 

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Il Mattino