La vigilia di un congresso Pd è sempre carica di isterismi. Degni di una sitcom. E se, mai come stavolta, la campagna elettorale è stata tutto sommato tranquilla,...
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Sono 569 i seggi allestiti in Campania e 128 tra Napoli e provincia per le primarie Pd di oggi (si vota dalle 8 alle 20). Gli elettori riceveranno due schede, una per il congresso nazionale, l'altra per il regionale, sulla quale troveranno i nomi dei tre candidati alla segreteria che hanno ottenuto più voti alle convenzioni. Votando il candidato segretario, si sceglierà anche la lista a lui collegata per eleggere i delegati all'assemblea nazionale e regionale. Per la segreteria nazionale si sfidano Roberto Giachetti, Maurizio Martina e Nicola Zingaretti; per quella regionale Leo Annunziata, Umberto Del Basso de Caro e Armida Filippelli. A prevalere al primo turno il sindaco di Poggiomarino Annunziata contro la candidata della società civile Filippelli (appoggiata dagli orlandiani dell'area Zingaretti) e il parlamentare Del Basso de Caro. Con il primo che può contare sul governatore De Luca, l'area dem di Teresa Armato (che vota Zingaretti al nazionale), renzian/lottiani legati al capogruppo Pd Mario Casillo e al deputato Lello Topo. Sembra una vittoria scontata quella del sindaco ma se l'esito nazionale porterà Zingaretti alla poltrona del Nazareno, un minuto dopo alcuni equilibri nel partito napoletano sono destinati a cambiare. E, cosa più importante, il governatore della Campania si ritroverà per la prima volta all'opposizione all'interno del Pd nazionale. Anche se i numeri sono così risicati che la Campania potrebbe essere l'Ohio del congresso Pd. Vedremo. «Diverse persone mi chiedono cosa fare ed io le incoraggio a votare, sperando anche che nelle prossime ore si informi di più e meglio su dove. Queste primarie sono infatti molto importanti: per il Paese, oltre che per il Pd. Siamo ad un anno esatto dalla pesante sconfitta del 4 marzo 2018», scrive Antonio Bassolino che non palesa pubblicamente il suo voto anche se il suo sostegno dovrebbe sicuramente andare a Zingaretti. L'ex governatore chiede invece «una forte partecipazione» perché «è condizione essenziale per iniziare una difficile ma necessaria risalita per ricostruire, passo dopo passo, una prospettiva di governo».
Due sere fa Tommaso Ederoclite, presidente napoletano del Pd, accusa il suo stesso partito di disorganizzazione. «E noi ci chiediamo perché il Pd perde consensi. Ma può un partito essere preso sul serio dagli elettori quando è proprio il suo vertice a denigrare il partito stesso?», risponde piccato Andrea Monda, il notaio presidente della commissione per il congresso, alla soglia dell'esasperazione. Ma si sa, questo è il Pd e oggi, solito vaudeville, i veleni serpeggeranno liberi. Non solo su Salerno ma anche in un paio di seggi napoletani dove i rumors già indicano che ci saranno manovre poco chiare... Leggi l'articolo completo su
Il Mattino