Nell'interminabile domenica delle Primarie il Pd napoletano (con gli annessi e connessi delle associazioni assurte a seggio) mette in mostra la sua iconografia postideologica...
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Miano, nelle Primarie per le Comunali del 2011, fu il quartiere dei cinesi, di quelli che causarono l'annullamento della consultazione. E beccatevi de Magistris. Ora cinesi non se ne vedono. Arriveranno? Difficile. Perseverare nell'errore è diabolico. In ogni caso, c'è pure il giovane renziano Tommaso Eteroclite a vigilare. Un tempo li chiamavano commissari politici. Il presidente del seggio Roberto (di nome) Alessandro (di cognome) ci tiene solo a che non si torni a buttare fango sul rione: «Mi raccomando domani sui giornali voglio solo titoli positivi, tipo: "Miano, un esempio di democrazia"». Vediamo, dipende da voi. I votanti arrivano a ondate, a famiglie intere. Si danno la voce per le scale. Il seggio è al primo piano. Molte donne, qualche barba da hipster. Sguardi compunti, immedesimati. L'eurodeputato Cozzolino qui non dovrebbe avere rivali. «Su mille voti ne prenderà 950, vedrete» profetizzano «pure senza i cinesi». Al seggio democrat di Miano fanno capo 24 seggi comunali, ma gli iscritti al partito sono appena 91. Il resto è opinione, quando l'opinione c'è.
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