«C'è poco lavoro a Napoli e nel Mezzogiorno. La cosa che preoccupa maggiormente è l'assenza di investimenti per creare lavoro di...
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«C'è tanta precarietà - ha affermato il segretario generale della Uil di Napoli, Giovanni Sgambati - soprattutto a Napoli. Pensiamo al mondo del turismo, al terziario, ma anche a tanti altri settori. Ecco perché il primo maggio rimane sempre non solo un giorno di celebrazione, ma un giorno di lotta per riaffermare quei valori del lavoro nei diritti. Quest'anno abbiamo messo insieme Europa, Mediterraneo, pace e integrazione. Coniugare questi elementi per noi è fondamentale. Il reddito di cittadinanza è una piccola risposta, ma non è con l'assistenza che si crea sviluppo. Dobbiamo ripartire dallo sviluppo, dalle possibilità di investimento perché senza il lavoro e la sua dignità questo paese non cresce».
«Siamo qui, oggi, in piazza unitariamente a parlare di lavoro. Quel lavoro che manca, che cerchiamo di difendere - ha aggiunto Gianpiero Tipaldi - Il sindacato, al contrario dei partiti - ha aggiunto Tipaldi - è una realtà che discute su cose concrete e litiga poco. Ci sentiamo spesso dire che ormai siamo superati e che come sindacato scompariremo presto. Mi dispiace deludere chi la pensa cosi, ma noi ci siamo. Siamo in piazza più coesi che mai per gridare, ad un governo sordo, di rimettere il lavoro al centro e far ripartire la crescita attraverso investimenti sia da parte degli enti locali che del governo». «Siamo quelli - ha spiegato Tipaldi - che continuano a denunciare i troppi infortuni e morti sul lavoro, le troppe malattie professionali. Purtroppo lo 'Sblocca cantierì indebolisce il Codice degli Appalti nei suoi aspetti essenziali: prevenzione e contrasto alle infiltrazioni della camorra e delle mafie; applicazione dei principi di concorrenza e trasparenza; tutela dei diritti dei lavoratori». «Vogliamo fare accordi e portare avanti le nostre proposte per lo sviluppo e la crescita, ma le istituzioni nel migliore dei casi sono lente per non dire sorde ai tanti suggerimenti», ha proseguito il segretario generale della Cisl. «Napoli - ha continuato Tipaldi - continua a presentare le sue problematiche ataviche e le scaramucce tra sindaco e governatore certo non aiutano. Dieci anni di crisi economica ci hanno messo in grave difficoltà e purtroppo i numeri sono drammatici. In Italia il tasso di occupazione è del 62.3 %, a Napoli invece è solo del 45,3%, e solo un giovane su 4 riesce a lavorare». «Occorrono - secondo Tipaldi - subito risposte certe e serie per i lavoratori e le imprese. Per Cgil, Cisl e Uil a Napoli non serve assistenza, ma politiche e strumenti per uno sviluppo strutturale e duraturo che producano occupazione di qualità e crescita economica. Qui dalle nostre parti ancora non abbiamo stabilizzato gli LSU, i precari della sanità e di altri settori ed invece i Navigator troveranno il lavoro a tutti. Siamo seri, il lavoro non si crea con decreto ma con ben altre e complesse iniziative». «Questo Primo maggio - ha concluso Tipaldi - ci vede ancora insieme per inviare un segnale preciso: insieme si possono superare tante ingiustizie economiche e sociali e affrontare nuove sfide. Ed unitariamente parteciperemo alla grande manifestazione del 22 giugno a Reggio Calabria per parlare di lavoro e Mezzogiorno, ormai scomparso dall'agenda politica di questo governo».
Un primo maggio importante - per il vicesindaco di Napoli, Enrico Panini - «perché ci ricorda che il lavoro è la fonte fondamentale dell'unità del nostro Paese. In questo Paese c'è bisogno di lavoro, sul lavoro sono morte troppe persone. Le istituzioni sono con i lavoratori, per rivendicare, insieme ai sindacati confederali, rispetto, occupazione e sviluppo», ha concluso Panini. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino