La principessa cerca casa a Napoli: «In piazza del Gesù o a Monte di Dio, adoro il centro storico, perché c'è vita». Beatrice di Borbone,...
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«Che emozione vedere la fila all'ingresso dei luoghi dell'arte e gli stranieri per strada. La città è più bella e pulita, e non è pericolosa: lo sono di più Parigi e Milano», s'infuria. «Guardo Gomorra, la fiction è ben fatta, ma vado anche in giro da sola senza togliere l'anello o l'orologio: non mi è mai successo niente». Turista d'eccezione, Beatrice di Borbone visita anche le sale della pinacoteca, a partire dalla collezione Farnese, ammira Paolo III tra i nipoti e la Danae di Tiziano, l'Antea di Parmigianino e l'Ercole al Bivio di Annibale Carracci. L'accompagna nel tour, con eleganza d'altri tempi, Errico di Lorenzo, presidente della onlus Amici di Capodimonte, che viene subito «ingaggiato» nella ricerca immobiliare. A mezzogiorno pranzo in pizzeria, da Lombardi, nella popolare via Foria (raggiunta, ovviamente, con l'autista). Poi, il percorso culturale riprende al Mann. E, sotto la statua di Ferdinando I che domina lo scalone, un visitatore chiede della dinastia: informazioni riassunte da Angela Vocciante, inviata del museo. «I neoborbonici fanno un lavoro importante per far conoscere la cultura e la storia del Sud: tante cose sono state cancellate», dice con orgoglio la rappresentante d'un mondo che non esiste più. «Ma tutti oggi hanno il diritto di dire ciò che pensano, anche se preferisco non parlare di politica», afferma la rappresentante di famiglia, annunciando invece l'impegno in prima persona per creare un sito web di promozione delle eccellenze, che segnali, in particolare, mestieri tradizionali e speciali. «Come i corallari». Lei aggiunge: «Ho intenzione di impegnarmi a fondo per Napoli, quando tornerò per più tempo, ma già in questa e in tante altre circostanze lo faccio, promuovendone l'immagine all'estero». Con Beatrice di Borbone sono in città il presidente degli Amici di Versailles, «barone e storico dell'arte Roland de l'Espee», e tre mecenati cecoslovacchi rapiti dalla bellezza delle «Tre grazie» e delle altre sculture di Antonio Canova. Non paghi, tutti si dirigono verso il San Carlo: «È un gioiello, ci vengo ogni volta che posso», esclama Beatrice di Borbone, carezzando il velluto rosso del palco reale. La guida Antonella Rizzo è un'esperta: «Ci siamo conosciute proprio in questo teatro, anni fa», rivela. E, apprese delle difficoltà finanziarie per garantire la programmazione degli spettacoli, la principessa promette: «Mi piacerebbe dare una mano, ma occorre capire in che modo. C'è tanto da fare». Cercare sponsor è un'idea, però «nessuno dà soldi se non sa esattamente come vengono spesi: è importante indicare un progetto, e che i sostenitori abbia un riconoscimento», ragiona. La giornata si chiude con un'aranciata al Gambrinus e lo shopping. E, nella pausa, la principessa si informa del Napoli: «Jacqueline de Laurentiis è adorabile, mi piace andare stadio», ride con gli occhi azzurrini. E, a proposito delle polemiche sulle performance del capitano, alza lo scudo regale, aggiunge divertita: «Insigne non corre, vola». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino