Procida, dopo il restauro la statua di San Michele torna nell’abbazia grazie al Rotary Club Napoli Ovest

Procida, dopo il restauro la statua di San Michele torna nell’abbazia grazie al Rotary Club Napoli Ovest
Arte, bellezza, pace, inclusione: con questo spirito il Rotary Club Napoli Sud Ovest, presieduto da Paola Marone, ha sostenuto il progetto di restauro di un significativo bene...

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Arte, bellezza, pace, inclusione: con questo spirito il Rotary Club Napoli Sud Ovest, presieduto da Paola Marone, ha sostenuto il progetto di restauro di un significativo bene culturale, simbolo della storia e delle tradizioni dell’isola di Procida: la statua di San Michele Arcangelo, collocata sulla facciata secondaria dell’omonima Abbazia.

Sabato alle 11:30 la cerimonia di consegna dell’opera d’arte con il sindaco di Procida Raimondo Ambrosino. La sua importante immagine accoglie i visitatori di Terra Murata e ne protegge da secoli gli abitanti, come testimonia l’epigrafe posta sulla facciata «defende nos in praelio». Nelle sue innumerevoli declinazioni Il Rotary Club Napoli Sud Ovest, ha come obiettivo la cura delle bellezze artistiche più fragili del nostro territorio, nella convinzione che riscatto sociale, crescita economica e welfare, traggano viva forza da una rinnovata stagione della cultura.

«La tela di Nicola Russo del 1690 – spiegano i rotariani - conservata all’interno dell’Abbazia, ricorda la storia del santo e il suo inscindibile rapporto con l’isola. Nel 1535, secondo la leggendaria tradizione popolare, San Michele discende dal cielo, impugnando la sua spada di fuoco, per proteggere Procida dalla temuta invasione saracena, sventando l’attacco corsaro». Di qui l’importanza del Santo nella tradizione simbolica e iconografica procidana e l’avvicendarsi della sua immagine in tre diverse forme nell’antica abbazia. Così, al dipinto seicentesco di Russo, si affiancano due statue, l’una in argento, conservata all’interno dell’abbazia, e l’altra, lapidea, oggetto del restauro promosso dal Rotary Club.

«Quest’ultima – ribadiscono i promotori - esposta agli agenti atmosferici si presentava in un pessimo stato di conservazione, prima del restauro l’opera mostrava evidenti segni di erosione, abrasioni e piccole mancanza diffuse sull’intera superficie. Il volto di San Michele era danneggiato da una fessura che percorreva l’intera zona degli occhi compromettendone la sua corretta leggibilità». Il restauro consente oggi di poter nuovamente apprezzare l’antico manufatto, gettando nuova luce sulla ricchezza di questa figura, capace di condensare tangibilmente l’espressione culturale, simbolica e religiosa della storia di Procida.

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Il Mattino