«Consegniamo le chiavi perché la categoria è in ginocchio». Il coro di voci in protesta è quello dei parrucchieri riuniti questa mattina sotto il...
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L' obiettivo è «sensibilizzare le istituzioni con la consegna delle chiavi dei nostri negozi» aggiunge Esposito. Sulle misure di sicurezza indicate per riprendere le attività, quali misurazione della temperatura e cambio della divisa a ogni turno, occhiali e visiera sempre indossati, mascherine anche per i clienti e le restanti norme, gli imprenditori rassicurano e incalzano il tono della protesta.
«Anche se barbieri e parrucchieri sono ancora in attesa di una data certa per la riapertura e si ipotizza quella del primo giugno, la Regione ha indicato le linee guida per la categoria» dichiara Giuseppe Alviti della Federazione Nazionale dei Lavoratori, sindacato che ha appoggiato la protesta spontanea degli imprenditori. «I coiffeur sono stati messi in ginocchio dalla pandemia, molti di loro si erano già organizzati con un ricorso al Tar per aprire subito o chiudere definitivamente» spiegano esasperati i parrucchieri e i barbieri riuniti a Santa Lucia.
«I materiali monouso li abbiamo sempre utilizzati, per il resto è solo una questione organizzativa- precisa Esposito - ci teniamo alle regole e alla salute dei clienti e delle nostre famiglie». «A differenza di alcuni sciacalli che vanno di nascosto a casa delle clienti con il rischio di diffondere il virus — conclude il sindacalista Alviti — le istituzioni sono indifferenti, nessuno controlla, nessuno sanziona e tantomeno è aiutato chi rispetta la legge». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino