Costrinse minorenne a provini hard: due anni all'agente dei modelli

Costrinse minorenne a provini hard: due anni all'agente dei modelli
Il provino hard a un minorenne costa una pesante condanna per detenzione di materiale pedopornografico a Luigi Arsenio, in arte «Luis Arsenio». Dovrà scontare...

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Il provino hard a un minorenne costa una pesante condanna per detenzione di materiale pedopornografico a Luigi Arsenio, in arte «Luis Arsenio». Dovrà scontare due anni di reclusione senza il beneficio della sospensione della pena il 36enne di Torre Annunziata, titolare della «Zero Models Agency» di Trecase, volto noto degli ambienti vip di Capri e Napoli. Ieri pomeriggio, il giudice del tribunale di Torre Annunziata Silvia Paladino ha accolto la tesi dell'accusa (in aula la pm Alessandra Riccio) ed ha condannato l'ex agente dei modelli che, durante un'intervista rilasciata al programma tv Le Iene, raccontava come sul cellulare «ho ricevuto 2.500 video in meno di un anno».

La vicenda arrivata a processo riguardava uno di quei filmati «liberamente inviati» dagli aspiranti modelli. Almeno uno di loro, però, era minorenne e secondo l'accusa Arsenio ne era consapevole. Ieri quel ragazzo era costituito parte civile con l'avvocato Alfonso Piscino eha ricevuto una provvisionale da 5mila euro. L'episodio clou risale al 2018, quando Marco (nome di fantasia) si imbatte in un annuncio online. Aveva solo 17 anni, ma il suo sogno era diventare modello, e la possibilità di poter ottenere un provino con «la più importante agenzia di modelli del sud Italia» non gli sembrava vera. I provini, però, erano alquanto insoliti e procedevano per step, di volta in volta sempre più imbarazzanti. E prima di incontrare Luis Arsenio, gli aspiranti modelli dovevano superare una selezione davvero strana, che avveniva quasi esclusivamente via chat, con l'invio attraverso WhatsApp di foto e video autoprodotti.

Come tanti altri, Marco aveva risposto ad un annuncio online, era iniziato lo scambio di messaggi con Arsenio e racconta la denuncia anche i primi incontri, ai quali si era presentato accompagnato dai genitori, visto che non aveva ancora la patente. Dopo aver inviato alcuni video, il 17enne di Castellammare era stato invitato a presentarsi da solo ad un inconsueto appuntamento. In quella sede, il ragazzino aveva ricevuto una richiesta più spinta e aveva deciso di denunciare subito tutto alla polizia, prima di tornare a casa. Subito dopo quell'appuntamento, infatti, Marco corse direttamente al commissariato di polizia per sporgere denuncia ma, essendo minorenne, potè farlo solo all'arrivo dei suoi genitori. «Mi disse che avevo superato la selezione e cominciò a chiedermi foto e video di me nudo. Gli inviai tutto perché sognavo di entrare nel mondo della moda» raccontò Marco durante la sua testimonianza a processo. 

Dopo la sua denuncia, partirono le indagini. Gli investigatori sequestrarono due computer ed un cellulare in possesso di Luis Arsenio, trovando in totale una trentina di fotografie e ben 25 video di giovani non identificati e dall'età «dubbia». Tra le immagini trovate, c'erano foto e video di giovanissimi, intorno ai 18 anni mese più, mese meno che si mostravano completamente nudi sperando di poter superare la selezione. Proprio sui video si è concentrata l'attenzione degli investigatori, che hanno riscontrato i vari «step» già raccontati da alcuni aspiranti modelli alle Iene: prima un filmato di nudo con asciugamano, poi un nudo integrale, infine una scena erotica a contenuto spinto. Sul telefonino tutti i contenuti erano stati rimossi e non è stato possibile stabilire se fossero stati scaricati, visionati oppure addirittura diffusi.

Durante il processo, Arsenio ha sempre sostenuto che «pensavo che Marco fosse maggiorenne» e che l'età l'aveva ricostruita dai social. Invece, spiegò la parte civile, prima dell'ultimo provino Marco fu costretto a inviare anche la copia della carta d'identità ed era ancora 17enne. In attesa delle motivazioni, pesa la decisione del giudice di non concedere la sospensione della pena per Arsenio, la «iena della moda» trovata in possesso di video hard di un minorenne. 

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Il Mattino