Sanità, quaranta telecamere per controllare la zona. Poggiani: «Primo passo ma non basta»

Sanità, quaranta telecamere per controllare la zona. Poggiani: «Primo passo ma non basta»
Nel rione Sanità sono partiti i lavori per l’impianto di 40 telecamere su 16 postazioni dislocate in tutto il quartiere, dal suo ingresso su via Foria fino alla parte...

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Nel rione Sanità sono partiti i lavori per l’impianto di 40 telecamere su 16 postazioni dislocate in tutto il quartiere, dal suo ingresso su via Foria fino alla parte alta in prossimità del Cimitero delle Fontanelle. Le immagini video a ciclo continuo saranno visualizzate direttamente nella Questura di Napoli. Un sistema di sorveglianza molto atteso dai cittadini che negli ultimi anni hanno assistito nel quartiere a numerosi crimini, proprio sotto gli obiettivi guasti del vecchio impianto di videosorveglianza.

 
«Dalla morted i Genny Cesarano, vittima innocente della camorra, circa due anni fa – ha detto Ivo Poggiani, presidente della III Municipalità – partì la protesta del Movimento contro le camorre di un popolo in cammino che da subito chiese le telecamere. A quel coro si sono uniti i parroci della Sanità. Dopo due anni di battaglie la Regione Campania ha deciso di finanziare con circa 300.000 euro l’impianto delle telecamere in quei luoghi più sensibili del quartiere». Quei lavori sono appena cominciati e saranno completati a novembre.

Ivo Poggiani fa anche il punto sulla situazione del quartiere: «Quest’estate abbiamo avuto un boom di turisti anche nel Rione Sanità, le cose stanno andando meglio per il momento. Ma ci sono ancora tanti problemi come il racket, nonostante gli arresti della settimana scorsa, e molta criminalità. Bene che ci siano le telecamere ma non credo che questo sia una panacea per tutti i mali. È necessario agire a 360° a partire dalla scuola: qui la dispersione scolastica è al 40%, uno dei livelli più alti d’Europa. Sono necessarie le azioni della magistratura e l’intervento delle forze dell’ordine, molto presenti del quartiere, ma soprattutto c’è bisogno di interventi mirati per favorire l’ inclusione sociale con lavoro, reddito e scuola». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino