Il mondo è cambiato nel giro di pochi mesi e niente sarà più lo stesso, anche quando la pandemia da coronavirus sarà superata. E di fronte a un evento...
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Così, ecco che l’opera più famosa di Eduardo De Filippo, Natale in casa Cupiello, in tempi di epidemia da Covid-19 diventa Quarantena in casa Cupiello. E a tenere chiuso in casa il vecchio Lucariello non è più il freddo, ma un decreto governativo che impedisce di spostarsi a tutta la popolazione, se non per essenziali necessità. Allora si può uscire, sì, ma per andare a comprare l’Amuchina e per farlo bisogna stampare l’autocertificazione. E in famiglia non si litiga più per il sospetto furto di un paio di scarpe, ma per la sparizione di una mascherina. Una riscrittura di un frammento del grande classico del teatro napoletano, che, al pari del capolavoro originale, ironizza sugli screzi familiari per far emergere le piccole miserie umane.
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Autore della nuova sceneggiatura e del doppiaggio il giovane attore romano, Stefano “Stepho” De Santis: «Ho studiato e studio ancora teatro, una passione nata proprio grazie a Eduardo, che considero una sorta di padre artistico – spiega il 29enne, che nella sua carriera ha partecipato a diverse produzioni –. Ho imparato gran parte delle sue opere a memoria, per questo mi sono avvicinato al napoletano, che trovo sia una lingua meravigliosa. Ma, in generale, mi piacciono tutti i dialetti e perciò ho sviluppato questa capacità d’imitare e doppiare». Due abilità che ha messo in pratica in quest’occasione: «L’idea è nata scherzando con un amico, con cui una sera ho iniziato a scambiare messaggi nei quali cambiavamo famose battute di Eduardo, attualizzandole ai brutti momenti che stiamo vivendo – racconta l’attore –. Ho notato che il risultato era molto comico, così ho deciso di realizzare un video in cui doppiavo alcune sequenze di Natale in casa Cupiello, cambiando il copione, semplicemente per divertire le persone che mi seguono sui social network». E la breve clip ha riscosso un grande successo: «Non me l’aspettavo, ma il video ha cominciato a girare, soprattutto su WhatsApp – ammette –. Peccato che qualcuno abbia pensato bene di appropriarsene, cambiando anche il titolo». Cose che capitano nell’era dei social network, dove è facile conquistare la gloria per i propri talenti, ma è ancora più facile trovarla sfruttando quelli di altri. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino