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Tanti immigrati, ma anche qualche italiano. E poi senza dimora, bisognosi, persone sole che non hanno su chi contare, oppure stranieri che hanno fatto il primo vaccino in patria e non sanno come districarsi con la procedura per accedere alla seconda dose in Italia: è la platea di persone che da oggi ha un riferimento nel centro vaccinale allestito all'interno della farmacia solidale del Borgo Vergini, a Napoli, nel quartiere Sanità, inaugurato nel pomeriggio alla presenza del vescovo di Napoli Mimmo Battaglia e del direttore generale dell'Asl Napoli 1 Ciro Verdoliva.
Una bella storia di solidarietà, ma anche una necessità sempre più diffusa: nel momento in cui il Covid rialza la testa, infatti, la lotta alla pandemia passa anche per i piccoli centri vaccinali di prossimità come quello organizzato nel convento di impronta vanvitelliana che ospita i missionari di San Vincenzo de Paoli. Subito trenta dosi di Pfizer per chi si è prenotato recandosi di persona alla farmacia solidale, già meta il mercoledì e il venerdì di tanti bisognosi in cerca di un farmaco gratuito o di un pasto. Una ragazza rumena, Emilia, la prima a beneficiare del vaccino. Dopo di lei un pakistano.
Tutti volontari i medici vaccinatori, una quarantina tra infermieri e farmacisti, coordinati dalla dottoressa Bianca Iengo, farmacista consacrata laica, che da anni pratica la solidarietà all'interno del presidio Gocce di carità.
«Ma ne organizzeremo anche altre di sabato. Molti - spiega la dottoressa - vengono per fare la prima dose. Dopo una prima fase di sperimentazione in estate con le prime trecento dosi da oggi si va a regime. Grazie anche all'impegno di tanti medici volontari, all'Asl Napoli 1 e ai missionari che ci ospitano. Il pensiero che ci ha animato è il Vangelo secondo Luca dove si dice oggi per questa casa è venuta la salvezza». «Ogni volta che facciamo qualcosa per qualcuno in realtà stiamo ricevendo più che dando - ha detto il vescovo di Napoli Battaglia - e ci stanno salvando. I poveri non si contano, si abbracciano.
Ogni fragilità può essere trasformata in opportunità e c'è molta più gioia nel dare che nel ricevere. Dal volontariato arriva la speranza che ci autorizza a confidare in tempi migliori». Soddisfatto il dg dell'Asl Napoli 1 Ciro Verdoliva: «Ci siamo chiesti se fosse utile attrezzare questo centro vaccinale - ha detto - è la risposta è stata subito positiva. Non è più il momento di fare 8000 dosi a Capodichino, abbiamo bisogno di una rete più capillare di centri vaccinali in modo da decongestionare le strutture ospedaliere dove dobbiamo tornare alla nostra straordinaria normalità e dedicarci a quelle malattie, come i tumori, rispetto alle quali il Covid ci ha distratto».
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