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«Scusate per i miei fallimenti», queste le strazianti parole scritte da una studentessa di 20 anni dell’Università Iulm di Milano prima del tragico atto del suicidio. La giovane ragazza decide di togliersi la vita a causa degli studi, forse un probabile ritardo negli esami, o forse la semplice constatazione che quel percorso universitario non fosse giusto per la sua persona e per i suoi sogni. Domande di cui non potremmo mai avere una vera risposta ma che ci aiutano ad aprire gli occhi difronte ad un disagio diventato fin troppo frequente. La domanda da porsi è: «Ci si puó mai sentire un fallimento a soli 20 anni?». Venti anni ed una vita davanti, sogni, idee e progetti da coltivare e realizzare, sogni che devono trovare spazio d’azione in quell’ambiente , l’università, che dovrebbe essere considerato una vera e propria casa, quell’ambiente che dovrebbe farti sentire sereno e non costantemente giudicato.
Difronte a questo tragico atto i ragazzi dell’università Parthenope di Napoli, impegnati dal 2018 con l’associazione «Parthenope Unita», hanno scelto di girare un video dove, attraverso le voci di diversi studenti, si spendono parole in merito a quello che dovrebbe essere la vita di uno studente universitario. «Siamo la luce che portiamo dentro, la dedizione, i sacrifici, l’amore per le cose che facciamo e i sogni che abbiamo», questa una frase citata all’interno del video.
Ogni studente ha diritto a momenti di riflessione, ha diritto ad alti e bassi all’interno del proprio percorso. Chiunque scelga di iscriversi all’università deve essere certo di poter entrare in un mondo che gli assicurerà sostegno e serenità. Gli studenti non sono un banale numero di matricola, non bisogna classificarli da un esame con esito positivo o negativo. Ogni studente saprà illuminare la sua strada con la sua sola luce.
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