Ragazzo ucciso a Napoli, la questura vieta i funerali: legami con la camorra

Ragazzo ucciso a Napoli, la questura vieta i funerali: legami con la camorra
Non ci saranno funerali pubblici per Luigi Caiafa, niente trasporto pubblico e solenne per il babyrapinatore ucciso domenica mattina in via Duomo. Lo ha stabilito il questore di...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA FLASH
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
SCEGLI ORA

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
SCEGLI ORA
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno

Non ci saranno funerali pubblici per Luigi Caiafa, niente trasporto pubblico e solenne per il babyrapinatore ucciso domenica mattina in via Duomo. Lo ha stabilito il questore di Napoli Alessandro Giuliano, a tutela di esigenze di ordine pubblico, in una vicenda in cui pesano parentele scomode e frequentazioni recenti del ragazzo. In sintesi, Luigi Caiafa ha il padre detenuto agli arresti domiciliari (dopo essere rimasto invischiato in una vicenda di droga), mentre la madre è ritenuta legata a un clan attualmente attivo nella zona di Pizzofalcone e del Pallonetto di Santa Lucia; nel 2019, Luigi venne arrestato in casa di un boss del narcotraffico mentre deteneva dosi di cocaina ed è stato nei mesi scorsi fermato per una serie di controlli di polizia accanto a soggetti legati al clan Mazzarella. Fatto sta che questa mattina la salma del 17enne passerà dall'obitorio al cimitero per l'estrema benedizione, da tenere in forma strettamente privata.

 

LEGGI ANCHE Ragazzo ucciso a Napoli, ecco il video della rapina 

 

Intanto, ieri si è tenuta l'autopsia, passo decisivo per verificare cosa sia accaduto domenica mattina, intorno alle quattro, in via Duomo. Ha preso parte all'esame autoptico, il penalista napoletano Giuseppe De Gregorio, che assiste gli interessi della famiglia di Luigi Caiafa, decisa ad ottenere una ricostruzione obiettiva della morte del figlio. Stando a quanto emerso dalla prima ricognizione del consulente nominato dalla difesa, i proiettili che hanno centrato il 17enne sono due: il primo che colpisce la regione malare destra (lo zigomo destro) e che fuoriesce dalla parte sinistra del collo; il secondo proiettile, quello probabilmente mortale, che ha un foro di entrata nella regione dorsale destra (le spalle) con uscita dall'addome destro, con interessamento di fegato, colicisti e di altri organi vitali. Dunque è stato centrato due volte, mentre era alla guida dello scooter, probabilmente in fuga. Questione di attimi, dal momento che il poliziotto che ha sparato si è trovato di fronte lo scooter, sul cui sellino posteriore viaggiava Ciro De Tommaso che impugnava una pistola.

 

 

Ricordate la scena? Stando a quanto avrebbe dichiarato un testimone (uno dei ragazzi rapinati), quando sono intervenuti gli agenti (urlando alt polizia), Luigi avrebbe gridato al complice Ciro «spara, spara alla guardia». Parole che hanno scatenato la reazione, con i due colpi che hanno centrato il minore nel disperato tentativo di scappare.

 

Ma la Procura di Napoli ha disposto ieri anche accertamenti di natura balistica, delegati al raggruppamento carabinieri investigazioni scientifiche (Racis), con un chiaro obiettivo investigativo: comprendere quanti colpi sono stati esplosi durante l'intervento dei due agenti dei Falchi e, soprattutto, quante pistole hanno fatto fuoco.

 

Sono quesiti che servono a chiarire tutti i tasselli di una brutta pagina di cronaca, sciaguratamente simile a tanti altri fatti di violenza predatoria poi culminati in un finale tragico. Difeso dalla penalista Carmela Maisto, l'agente di polizia attende le valutazioni della Procura, che dovrà stabilire se procedere per omicidio colposo (e per quali fattispecie) o ipotizzare l'accusa di omicidio volontario.

 

Ma torniamo al caso dei funerali vietati. Pochi mesi fa, la Questura non autorizzò i funerali pubblici per il rapinatore 15enne Ugo Russo, ucciso da un carabiniere libero dal servizio, facendo leva soprattutto sull'emergenza corona virus e sulla necessità di assicurare il distanziamento. Ieri la valutazione del questore è stata identica, anche se alimentata da motivazioni differenti: niente esequie pubbliche, a causa dei contatti che il ragazzino aveva con soggetti in odore di camorra. Decisione destinata ad alimentare malessere in seno ai genitori del giovane rapinatore.

Leggi l'articolo completo su
Il Mattino