Gaetano picchiato in metrò: processo sprint per aggressori

Gaetano picchiato in metrò: processo sprint per aggressori
Prima udienza il quindici maggio, in dieci a giudizio. E si tratta di rito immediato, a conferma della decisione della Procura dei minori di Napoli di chiudere il cerchio attorno...

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Prima udienza il quindici maggio, in dieci a giudizio. E si tratta di rito immediato, a conferma della decisione della Procura dei minori di Napoli di chiudere il cerchio attorno alla gang protagonista di un fatto rimasto scolpito nella memoria di molti: il ferimento di uno studente, il 15enne Gaetano, circondato e picchiato da almeno dieci coetanei senza un motivo.


Gli spaccarono la milza, con un calcio all'altezza dello stomaco mentre il ragazzino era riverso a terra, nel disperato tentativo di liberarsi dall'accerchiamento del branco.
 
Un pestaggio da vigliacchi, sul quale sono state decisive le indagini condotte dal commissariato di Scampia, che hanno fatto leva in parte sulle telecamere della metro di Chiaiano, in parte sulla confessione di alcuni esponenti del branco. Picchiato a sangue senza un motivo, quasi a voler ingannare la noia di un pomeriggio invernale. Sono queste le conclusioni dell'ufficio guidato dalla procuratrice Maria De Luzenberger, che partono da un assunto di fondo: c'è l'evidenza della prova, anche grazie alla confessione di alcuni esponenti del branco, ma anche la condizione di detenzione degli indagati.


Come è noto due mesi fa, è stato il pm Emilia Galante Sorrentino a chiedere e ottenere il trasferimento dei dieci aggressori in altrettante comunità di recupero. Una condizione «detentiva» finalizzata a dare inizio a un percorso di recupero, di crescita, di maturazione. C'è chi ha ammesso una parte delle proprie responsabilità, una volta convocato dalla polizia, anche se non tutto il quadro è chiaro. Manca il nome del picchiatore che ha inflitto il colpo più brutto, il calcio alla pancia di Gaetano, che ha provocato l'asportazione della milza e che rischiava di provocare un'emorragia interna. C'è chi ammette di aver preso parte a una sorta di bravata, chi invece si limita a confermare il proprio ruolo nella fase iniziale dell'aggressione, senza aggiungere un solo particolare in grado di chiudere il cerchio. Processo al via, si parte a metà maggio, anche grazie alla forza d'animo della giovane vittima che non ha esitato a puntare l'indice contro i suoi aggressori. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino