Rapina a Casavatore, una festa per Antonio: giochi e palloncini al posto dei kalashnikov

Rapina a Casavatore, una festa per Antonio: giochi e palloncini al posto dei kalashnikov
Dal kalashnikov ai palloncini e ai clown. Dal silenzio di ghiaccio e terrore di una settimana fa al vociare rassicurante dei bambini che hanno accolto il piccolo Antonio, ancora...

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Dal kalashnikov ai palloncini e ai clown. Dal silenzio di ghiaccio e terrore di una settimana fa al vociare rassicurante dei bambini che hanno accolto il piccolo Antonio, ancora visibilmente spaventato e sotto choc, per aver avuto un fucile puntato alla testa, durante la clamorosa rapina al ristorante «Un posto al sole» a Casavatore.

Accolto con affetto dai cugini Nicola e Nicola De Rosa, titolari del ristorante, il piccolo accompagnato dai genitori è apparso ancora impaurito, poi grazie alla presenza di una decine di coetanei, a stento trattenuti da animatori, clown, compreso quello altissimo con i trampoli, il piccolo si è sciolto e la festa, contornata da almeno tre lunghi tavoli di un eccezionale buffet, dolci e caramelle comprese, è iniziata. 

Indaffarato come non mai a controllare che tutto filasse liscio, è stato davvero un'impresa parlare con uno dei Nicola De Rosa (l'altro è l'omonimo cugino. «Vede questo clima? È quello che abitualmente accoglie i nostri ospiti che arrivano da tutta la regione e oltre. Siamo qui da oltre venti anni e non abbiamo mai avuto alcun problema. E quello che è successo sabato scorso ci ha scioccato, per lo spavento che hanno subito i nostri clienti e soprattutto Antonio. L'idea della festa in suo onore continua Nicola De Rosa è partita istintivamente dal nostro cuore, durante un'intervista telefonica a Radio Marte, lo dovevamo ad Antonio e a tutti i nostri clienti, anche per ribadire che il ristorante continua, come sempre, ad essere un posto sicuro e accogliente dove portare anche i bambini». Alla domanda se il bruttissimo episodio della rapina di sabato scorso sia frutto del degrado e della criminalità che contrassegnano questo territorio, Nicola De Rosa risponde all'istante: «Fuori è uguale a tante zone di Napoli che purtroppo vivono queste realtà. Mi faccia ringraziare quanti ci hanno espresso solidarietà, tornando subito a sedersi ai nostri tavoli». 

A questo allegro happening, hanno partecipato il maestro di judo Gianni Maddaloni, i due sindaci di Casavatore, (uno, Vito Marino, ancora in carica per pochi giorni; l'altro, Luigi Maglione, designato dal Consiglio di Stato dopo un ricorso vinto per due schede) e tanta gente comune, come segno tangibile di vicinanza ai ristoratori. «È un'iniziativa coraggiosa che merita il sostegno e la partecipazione di tanti, di tutti coloro che rifiutano e combattono le logiche criminali che infestano il nostro territorio. Oggi siamo a Casavatore per festeggiare Antonio e non solo. Siamo qui insieme a chi ha il coraggio di ribellarsi alle prepotenze e ha sete di normalità e onestà. Il pranzo con musica e animazione è un'opportunità per scacciare via le ombre e lanciare un messaggio positivo, di prospettiva futura», dice il consigliere Francesco Borrelli.

Sabato scorso, poco dopo le 22, due malviventi armati con un Kalashnikov e un micidiale fucile a pompa, fecero irruzione del ristorante dove stavano cenando circa duecento persone, tra le quali molti bambini. Modi spicci e armi puntate alla testa, compresa quella del piccolo Antonio, i banditi si impossessarono di alcuni orologi, tra i quali un Rolex e oggetti d'oro. La rapina, ripresa dalle telecamere di sorveglianza del locale, finirono in rete diventando un'altra nera cartolina della disastrata Napoli e della ancor più angosciante sua provincia. Ieri, con i bambini e l'allegra festa, il ristorante è ritornato ad essere letteralmente Un posto al sole. 

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Il Mattino