Ercolano. Hanno parzialmente ammesso le loro colpe davanti al magistrato. Arriva la convalida del fermo per i due presunti complici della rapina del 7 ottobre a Ercolano, quando...
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I due, accusati di concorso in rapina, sono stati raggiunti 48 ore fa da un decreto di fermo emesso dai sostituti procuratori Raffaello Falcone e Pierpaolo Filippelli della Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli, a chiusura di indagini lampo condotte dai carabinieri della compagnia di Torre del Greco. Ieri pomeriggio, dopo aver ascoltato i due indagati, il gip Giuliana Pollio del tribunale di Napoli ha disposto la convalida per entrambi, confermando la detenzione nel carcere Salvia di Poggioreale solo per il 60enne.
I due, secondo l'accusa, hanno avuto ruoli decisivi nella rapina ai danni del gioielliere Giuseppe Castaldo, che vistosi puntato contro un'arma – risultata una pistola giocattolo caricata a salve e priva di tappo rosso – prima consegnò 5mila euro prelevati poco prima in banca, poi estrasse la sua Beretta regolarmente detenuta e sparò diversi colpi calibro 9x21, uccidendo sul colpo Bruno Petrone, 53 anni, residente a Secondigliano e Luigi Tedeschi, 51 anni, residente alla Sanità. Le successive indagini, coordinate dall'Antimafia e condotte dai militari dell'Arma, vedono il nome del commerciante di preziosi iscritto nel registro degli indagati con l'accusa di eccesso colposo di legittima difesa, ma hanno anche cercato di dare un nome e un volto ai complici che i due rapinatori avevano sul posto per mettere a segno il colpo da migliaia di euro.
Le attività investigative hanno permesso di chiudere il cerchio attorno ai primi tre complici, due dei quali raggiunti dal fermo: Corvo avrebbe individuato in banca la vittima da colpire, mentre la 29enne avrebbe partecipato alla riunione organizzativa per rapinare Castaldo. Ma a questo punto, è caccia serrata al terzo complice. Grazie ai filmati delle telecamere della banca e di alcuni impianti di videosorveglianza ercolanesi, nonché ai tabulati telefonici e ad alcune intercettazioni, sarebbe emersa chiara la responsabilità di almeno una terza persona, tuttora ricercata dopo essersi sottratta alla cattura mercoledì. Si tratta di un pregiudicato napoletano, sulle cui tracce ci sono già gli 007 dell'Arma. Gli inquirenti, però, non escludono che possano esserci altre persone coinvolte nell'organizzazione della rapina, poi finita nel sangue per la reazione della vittima.
Antonio Corvo fungeva da "specchiettista" all'interno della banca ed individuò la vittima a cui rapinare un'ingente somma di denaro appena prelevata (5mila euro).
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Il Mattino