La fase 2 del reddito di cittadinanza è partita, ma i risultati ancora non si vedono. Troppo presto per attendere degli sbocchi lavorativi per i beneficiari del sussidio,...
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I NUMERI
I percettori del Rdc da invitare ai colloqui, in questa prima fase, sono circa 127mila, ovvero coloro che hanno percepito il sussidio tra aprile e luglio. Mentre altri 51mila se ne aggiungeranno tra gennaio e marzo. Il primo contatto da parte dei Cpi serve a verificare che i soggetti coinvolti debbano essere effettivamente avviati al Patto per il lavoro. Per molti scatterà l'esonero - tra questi i disabili e i percettori della pensione di cittadinanza - ed il conseguente avvio verso i percorsi di inclusione sociale. Ma, per coloro che saranno considerati occupabili, scatterà la presa in carico da parte degli operatori pubblici.
LA LEGGE
La normativa prevede che ad ognuno dei percettori del reddito di cittadinanza, dopo la firma del Patto per il Lavoro, debbano essere presentate nei primi 12 mesi di fruizione tre offerte congrue. La prima entro 100 km dalla residenza, la seconda entro i 250 km e la terza sull'intero territorio nazionale. Il beneficiario della misura di sostegno dovrà accettare una delle tre, pena la perdita del sussidio. «È come organizzare una partita di calcio senza il pallone. In questo caso il pallone è il lavoro che non c'è», sintetizza Lorenzo Medici di Fp-Cisl. Quasi nessuna azienda ha bussato alle porte dei Cpi, nonostante gli incentivi previsti per le assunzioni. E i dati relativi alla Campania confermano la difficoltà del compito. I percettori del reddito di cittadinanza nella regione sono in tutto 178mila, di cui circa 100mila a Napoli e provincia. Non tutti i beneficiari della misura saranno indirizzati verso il lavoro. A giudizio delle sigle sindacali la quota sarà pari a circa il 30%, considerato l'enorme numero di disabili e anziani, ovvero di persone non occupabili. I soggetti da indirizzare verso un percorso lavorativo saranno, quindi, poco meno di 60mila, a cui occorrerà proporre tre offerte di lavoro ciascuno, per un totale di 180mila vacancies. Per gli addetti ai lavori equivale ad un'utopia, considerata la penuria di posti disponibili e, soprattutto, la scarsa propensione delle imprese a rivolgersi ai Centri per l'Impiego. «La fase 2 rischia di naufragare - sottolinea Medici - proprio per la mancanza di lavoro. Ed il reddito di cittadinanza è una misura del tutto sbagliata. Ma, visto che c'è, avrebbe dovuto essere allestita almeno una piattaforma informatica. Una funzione che potrebbe essere demandata anche ai navigator. I Centri per l'impiego sono in difficoltà anche perché dispongono di personale formato solo per il 3%. La Regione deve affrettarsi a pubblicare il bando per i 651 nuovi dipendenti nei Centri». Le convocazioni dovranno essere effettuate entro 30 giorni dal 2 settembre, data di avvio della Fase 2.
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Il Mattino