Regionali Campania 2020, il no al patto con il Pd non ferma il pressing dei big M5S

Regionali Campania 2020, il no al patto con il Pd non ferma il pressing dei big M5S
«Vengono chiamate alleanze, ma magari sono pezzi di vita da percorrere insieme». Torna a parlare il ministro dell'Ambiente, Sergio Costa, le sue parole arrivano il...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA FLASH
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
SCEGLI ORA

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
SCEGLI ORA
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
«Vengono chiamate alleanze, ma magari sono pezzi di vita da percorrere insieme». Torna a parlare il ministro dell'Ambiente, Sergio Costa, le sue parole arrivano il giorno dopo all'assemblea di domenica a Napoli dove gli attivisti M5s si sono espressi contro l'alleanza con il Pd alle prossime elezioni regionali. Di Costa si è parlato come candidato presidente, anche se le quotazioni del ministro appaiono decisamente al ribasso dopo i risultati dell'Emilia Romagna e della Calabria, visto che il Pd in caso di accordo non accetterebbe più un nome marcato Cinquestelle.


«L'elemento fondamentale ha spiegato il ministro ieri - è passare da essere contro il sistema a per un nuovo sistema, portando i valori originali dentro un sistema che si vuole costruire». Eppure domenica, nel corso della riunione, la base grillina è insorta contro qualsiasi accordo, solo il presidente della Camera, Roberto Fico, chiudendo l'assemblea ha spiegato che se si vogliono davvero cambiare le cose bisogna scendere a patti: l'unico modo per governare così come è avvenuto a Roma. Il titolare dell'Ambiente resta però rispettoso del dibattito interno. «È giusto che la base si pronunci, perché così deve essere ha spiegato Costa a margine di un'iniziativa a Napoli contro il bracconaggio - e questo va salutato sempre con grande entusiasmo. Mi interessa che ci sia il dibattito: la partecipazione è il percorso più bello da vedere». La conferma ulteriore che se a livello locale la base è contraria, a Roma la possibilità di aprire un dialogo con il Pd resta prepotentemente in campo anche per puntellare il traballante governo Conte. È la tesi della maggioranza dei parlamentari, lo ha chiarito ieri anche la senatrice pompeiana, Virginia La Mura. «Non possiamo rischiare di non riuscire a portare in Campania tutti i cambiamenti che oggi finalmente stiamo attuando con le altre forze di governo ha sottolineato su Facebook la parlamentare M5s - dobbiamo portare i nostri temi e farli diventare i veri protagonisti di questa campagna elettorale. Non significa omologarsi a loro».

LEGGI ANCHE La base M5S fa muro: «Nessun patto con il Pd»

A Roma pressano, ma a Napoli si resiste. Non fosse altro che il gruppo dirigente campano, a partire da Valeria Ciarambino, aspira ad essere riconfermato in Regione. È stata annunciata una votazione sulla piattaforma Rousseau per far decidere agli iscritti sull'eventuale alleanza, ma proprio la piattaforma presieduta da Davide Casaleggio è sempre più nel mirino di parlamentari e attivisti. Ieri anche Fico ha chiesto una profonda discussione su questo strumento. Tra gli esponenti locali invece c'è la strenua difesa di Rousseau che pure, va rimarcato, non è il massimo della trasparenza visto che non è possibile neppure sapere quanti siano gli iscritti in ogni Regione, dati essenziali persino quando si effettuano dei sondaggi senza valenza. Senza contare i mai chiariti rapporti economici in essere tra l'associazione Rousseau e la Casaleggio Associati.

LEGGI ANCHE Whirlpool, gli operai contro il ministro Patuanelli


E domenica, nel corso dell'assemblea, è stato puntato il dito anche sui meccanismi di elezione su Rousseau. Il più esplicito è stato un attivista di Cercola: «Vogliamo vedere la mappa ha detto di tutti quegli esponenti che hanno doppi e tripli incarichi». Se il recordman è stato Luigi Di Maio che in un sol uomo univa le cariche di vicepremier, ministro del Lavoro, del Mise e di capo politico, tanti altri a lui vicini hanno proseguito nella stessa scia. Nel Team del Futuro, i cosiddetti facilitatori, ci sono ben sei campani e tutti con incarichi pregressi, tre dei sette consiglieri in Campania sono nel team. Si va dalla pomiglianese Valeria Ciarambino, capogruppo in Regione ed eletta nel team Sanità, al collega Gennaro Saiello, responsabile alle Imprese. C'è il senatore Vincenzo Presutto anche facilitatore all'Economia e il parlamentare ed ex sottosegretario Andrea Cioffi, responsabile alle Infrastrutture. Si chiude con le parlamentari Iolanda Di Stasio e Maria Pallini ora pure facilitatrici rispettivamente agli Esteri e al Lavoro. Ma il dedalo delle doppie poltrone non finisce qui. Anche quattro dei sei facilitatori campani hanno già altri incarichi: Agostino Santillo, Luigi Iovino, Maria Muscarà e Alessandra Petrosino. Stasera alle 21 si incontreranno tutti i parlamentari a Roma per discuterne con Vito Crimi in vista degli Stati Generali, ma pure del dossier alleanze alle Regionali. All'appuntamento campano non viene escluso che il Movimento possa persino presentarsi diviso. Anche una scissione è ormai tenuta nel novero delle possibilità. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino