Il dossier Campania resta adagiato sulla scrivania di Silvio Berlusconi senza essere aperto. Il leader di Forza Italia in questi giorni è ancora troppo preso dai risvolti...
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Le elezioni regionali sono ancora lontane. Viene ormai escluso il voto a luglio, mentre a Roma, all'interno della maggioranza di governo, si affaccia l'ipotesi di posticipare la data delle urne nei primi giorni di settembre, a ridosso dell'apertura delle scuole. La decisione definitiva sarà presa in Parlamento la prossima settimana. L'esecutivo è orientato a lasciare aperte due finestre per votare in una fascia compresa tra settembre ed ottobre, a seconda dei dati dell'epidemia da Covid-19. Se da un lato Vincenzo De Luca tifa per votare il prima possibile, nel centrodestra l'idea è di attendere e avere il tempo di organizzare una campagna elettorale che riesca a impensierire l'attuale governatore. Un voto a settembre significherebbe compilare le liste e fare comizi in pieno agosto, non il massimo della vita per chi è chiamato a rimontare, tanto più con le crepe emerse all'interno della coalizione sul candidato.
Salvini chiede da mesi a Berlusconi di riflettere sull'opportunità di candidare Caldoro, ma il Cavaliere non ha dato cenni d'intesa. L'idea del leader del Carroccio è chiara: mettere in campo un candidato della società civile e gli identikit privilegiati restano quelli del magistrato anti-camorra Catello Maresca o qualche imprenditore. Berlusconi per ora resiste su Caldoro, anche perché l'intenzione è di far rispettare l'intesa già raggiunta mesi fa con gli alleati sulla spartizione dei candidati nelle varie Regioni, con Forza Italia che l'aveva spuntata in Campania. Sembrano pochi quattro mesi fino alle possibili elezioni, ma Berlusconi è consapevole che in politica possono rappresentare un'eternità. Ecco perché l'ex premier ha congelato ogni discorso e adottato la strategia dell'attesa prima di lanciare una possibile alternativa sul nome. Di sicuro il Cavaliere esige che il candidato resti all'interno di Fi, per questo in un cassetto resta una rosa di nomi della quale fanno parte Mara Carfagna, Antonio e Fulvio Martusciello, Cosimo Sibilia e Paolo Russo.
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Sui giochi in Campania un peso lo avranno pure gli equilibri all'interno del centrodestra a livello nazionale. Le acque sono agitate e nel corso di questa emergenza le differenze tra Fi e gli altri due partiti della coalizione Lega e Fratelli d'Italia si sono ampliate. Berlusconi ha scelto la via della prudenza e della responsabilità, Salvini e Meloni della contestazione. Ieri gli ultimi strappi: in videocollegamento con il Parlamento Europeo, il leader di Fi ha votato convintamente a favore del Recovery Fund mentre i partiti di Salvini e Meloni si sono astenuti. Inoltre è di ieri la decisione di Salvini di chiamare i cittadini in piazza il 2 giugno per protestare contro l'esecutivo Conte, una scelta che Berlusconi trova inopportuna in un momento così critico per il Paese. C'è poi dentro Fi chi fa notare il presenzialismo mediatico di Salvini negli ultimi giorni su alcune emittenti private meridionali. Interviste a radio, tv e giornali del Mezzogiorno, che secondo una parte dei forzisti nasconde l'obiettivo del leader leghista di aumentare i consensi al Sud, forse con l'intenzione di staccare la spina all'alleanza di centrodestra. Ma nessuna delle parti per ora ha il coraggio di pronunciare la parola «scissione». Anche per questo ogni discorso sul candidato in Campania appare del tutto prematuro, prima ci saranno altri nodi interni da sciogliere e di tempo per decidere ne resta ancora. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino