Il pressing della Lega in Campania continua. Matteo Salvini ha invocato nomi nuovi: «Non si può scegliere qualcuno che è lì da 20 anni - ha detto...
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Ieri si è registrato un nuovo intervento in difesa di Stefano Caldoro da parte del vicepresidente azzurro Antonio Tajani: «Per noi la Campania rappresenta una priorità, abbiamo dimostrato con il risultato elettorale in Calabria quale è la forza del nostro movimento politico nel Sud del paese, anche per i sondaggi oggi Forza Italia è il primo partito del centrodestra. Ci sono degli accordi pregressi e vanno rispettati noi non intendiamo affatto cedere la candidatura a presidente della regione Campania», la sua premessa agli alleati. «Il comitato di presidenza ha ratificato quella che era stata l'idea di Berlusconi di chiedere a Caldoro di candidarsi ha aggiunto -. Il 22 marzo saremo tutti a Napoli per la riunione di tutti gli eletti di Forza Italia, è anche un segnale chiaro di grande attenzione che noi abbiamo verso la Campania e verso il Sud». Per Tajani quindi serve un «candidato come Caldoro per sconfiggere una sinistra divisa e litigiosa che ha mal governato la Campania». I berlusconiani difendono il proprio spazio politico, il bacino di consensi rimasto in uno scenario nazionale che vede la Lega espandersi oltre il Nord e Fratelli d'Italia crescere sempre più. A margine di un incontro istituzionale con De Luca, anche Clemente Mastella ha ribadito il no alla Lega. «Per me il candidato alle regionali della Lega è insostenibile: Salvini su di me ha lanciato una fatwa e io rispondo con una fatwa uguale e contraria. Io non sto con il candidato della Lega». La partita, come detto più volte, si gioca sul tavolo nazionale. I leader prima delle suppletive del 23 febbraio non assumeranno una decisione definitiva. Gli equilibri possono mutare, e di conseguenza anche i nomi. Ne è consapevole il governatore ligure uscente Giovanni Toti. «Si deve ragionare regione per regione: la spartizione a tavolino può essere un approccio iniziale, ma non certo quello definitivo».
C'è allora chi prova a mediare, ricucire, indirizzare verso una soluzione che possa far siglare la tregua se non la pace. Tra questi l'esponente leghista più incline al dialogo Giancarlo Giorgetti che, interpellato, ha provato a buttarla sullo scherzo: «In Campania la Lega candiderà Maradona...». Alla domanda se alla fine Salvini sfilerà al Cavaliere la Campania per schierare un suo candidato, il numero due della Lega ha tagliato corto usando il dialetto: Ma va là...». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino