Regionali Campania 2020, il diktat di Salvini a Forza Italia: «No a Caldoro, serve nome alternativo»

Regionali Campania 2020, il diktat di Salvini a Forza Italia: «No a Caldoro, serve nome alternativo»
La Lega attacca, ma Berlusconi non risponde: un silenzio che anche negli ambienti di Forza Italia è interpretato come una sconfessione. La possibilità di votare a...

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La Lega attacca, ma Berlusconi non risponde: un silenzio che anche negli ambienti di Forza Italia è interpretato come una sconfessione. La possibilità di votare a luglio si allontana sempre di più, ma le grandi manovre per la corsa a Palazzo Santa Lucia sono appena iniziate. Se nel centrosinistra De Luca ha rafforzato la sua posizione e allontanato ormai definitivamente lo spettro di un accordo con il Movimento 5 Stelle, le acque sono invece agitate nel centrodestra. In Campania, l'accordo raggiunto ormai alcuni mesi fa al tavolo nazionale tra Berlusconi, Salvini e Meloni prevedeva che il candidato governatore fosse espressione di Forza Italia, ma il leader del Carroccio mai ha nascosto di giudicare poco efficace un'eventuale candidatura dell'ex presidente di Regione, Stefano Caldoro. Non questioni di bandiere, ma di profili.


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Ad aprire il giro di vite ci ha pensato Nicola Molteni, coordinatore regionale della Lega in Campania, che in un'intervista al Mattino aveva ammesso di «non sentire Caldoro da mesi» e che per il Carroccio sarebbe preferibile puntare su un imprenditore o un personaggio della società civile. A rincarare la dose ci ha pensato poi lo stesso Salvini, che in un'intervista sulla possibilità di trovare un'intesa su Caldoro ha risposto dicendo che l'accordo nel centrodestra si troverà «ma i campani vogliono voltare pagina». Sono mesi, ormai, che la Lega chiede pubblicamente a Fi un passo indietro, ma Berlusconi ne fa una questione di principio. Il Carroccio per ora resta fermo sulle proprie posizioni, come conferma anche il big della Lega a Napoli, Gianluca Cantalamessa. «Noi stiamo cercando un candidato che rappresenti la società civile, anche un imprenditore. Bisogna cercare nomi ha detto il parlamentare partenopeo - che possano andare oltre gli schieramenti e determinate vecchie logiche».

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Se da giorni piovono bordate dalla Lega, fa rumore il silenzio di Berlusconi. L'ex premier ha preferito non replicare a Salvini. Le uniche (flebili) voci si sono levate dal partito campano. Antonio Pentangelo, coordinatore di Fi a Napoli, ha ribadito alla Lega che è stato lo stesso Berlusconi a designare Caldoro. Più sfumata la posizione del coordinatore regionale, Mimmo De Siano, che ha chiesto solo uno stop alle polemiche dal momento che c'è da pensare all'emergenza Coronavirus. In silenzio è rimasto il resto dello stato maggiore campano, a partire da Luigi e Armando Cesaro, mentre mai hanno nascosto la propria contrarietà alla ricandidatura dell'ex governatore i parlamentari vicini a Mara Carfagna come Paolo Russo, Marzia Ferraioli, Enzo Fasano e Gigi Casciello. Come contrari a Caldoro ci sono anche quegli esponenti «non allineati», su tutti Cosimo Sibilia e Clemente Mastella. Come sponsor dell'ex governatore si contano, oltre a una truppa di consiglieri regionali, l'europarlamentare molto vicino a Berlusconi Fulvio Martusciello. Solo su un punto si è tutti d'accordo in Forza Italia ed è il timore che dietro questi continui affondi della Lega ci sia la strategia di imporre un proprio candidato. A quel punto la battaglia sarebbe per tutti a perdere. Anche per questo, da più parti dentro Fi, è cresciuto il pressing verso Berlusconi per decidere un candidato interno attraverso le primarie. Ovviamente, prima, c'è da superare l'emergenza Covid-19 che non consentirà le elezioni almeno fino ad ottobre.

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Sul taccuino di Salvini restano scritti a caratteri cubitali i nomi di Aurelio Tommasetti e Valentino Grant come candidati di bandiera. Il primo, ex rettore dell'università di Salerno, l'altro un manager prestato alla politica e oggi è eurodeputato. Mentre affascina e cresce sempre più, non solo tra le file leghiste, l'ipotesi di candidare il magistrato anti-camorra, Catello Maresca. Il procuratore che ha sgominato il clan dei Casalesi per ora resta alla finestra e non si sbilancia su un suo possibile impegno attivo in politica. Si tratta però di scenari lontani perché, al momento, Berlusconi non ha alcuna intenzione di cedere la Campania ad un candidato esterno al proprio partito. Resta da capire se il Cavaliere resisterà anche sul nome di Caldoro, ma per ora ha scelto la via del silenzio. Del resto per il leader di Fi come ama spesso ripetere - queste sono beghe da «politica politicante». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino