Sarà anche vero - come ha detto Salvini - che il centrodestra in settimana chiuderà la partita delle candidature alle Regionali, ma spifferi e rumors sembrano...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
LEGGI ANCHE Berlusconi blinda Caldoro: «È il candidato»
È chiaro che se la candidatura principe in Puglia passasse al Carroccio a quel punto Fratelli d'Italia rivendicherebbe al Sud una regione di peso che non potrà che essere la Campania dove già nei mesi scorsi si era «autoproposto» il parlamentare meloniano Edmondo Cirielli, questore della Camera. La partita resta aperta sebbene per tutta la giornata di ieri voci rimbalzate nella triangolazione Roma-Napoli-Bari avessero descritto un Silvio Berlusconi e, ancora di più, una Giorgia Meloni furibondi nei confronti dell'alleato leghista. Del resto la stessa leader di Fdi era stata chiara: «Sono una donna di destra, rispetto i patti, non ho motivo di dubitare della lealtà di Salvini che a sua volta non ha motivo di dubitare della mia coerenza». Più chiaro di così? E in ogni caso anche la «contraerea» di Forza Italia si è mobilitata a favore di Stefano Caldoro, da mesi candidato in pectore in Campania, a più riprese sostenuto da Tajani e dallo stesso Cavaliere. Soltanto nella serata di ieri anche dal fronte leghista, per ordine del capo, sono arrivate dichiarazioni più concilianti: della serie, rispettiamo i patti, bisogna ragionare in termini di alleanza. Del resto, i numeri dicono - come ricordato chiaramente dallo stesso Caldoro - che il centrodestra unito vince, né al momento sembra impensierire più di tanto Fdi il fatto che dopo essersi aggiudicate la presidenza di Molise (con Toma), Calabria (Santelli) e Basilicata (Bardi), Forza Italia pur essendo il partito più debole della coalizione possa prevalere nelle scelte di indirizzo anche in Campania. Epperò sono gli stessi forzisti e spegnere l'ipotesi Cirielli, «uno perché è una candidatura divisiva e troppo connotata a destra - è il ragionamento - due perché è salernitano e se dall'altra parte c'è De Luca non si può pensare di fondare il confronto sulla leadership regionale sbilanciato su Salerno e non su Napoli». Insomma, da Forza Italia si insiste sul fatto che con il progressivo arretramento del M5s si riaprono quelle stesse praterie un tempo feudo incontrastato del berlusconismo mentre Giorgia Meloni ha dato appuntamento ai suoi - da venerdì a domenica prossimi - a Roccaraso per gli Stati generali della Montagna: a fare gli onori di casa il governatore dell'Abruzzo Marco Marsilio, espressione proprio di Fdi. Sarà l'inizio della campagna elettorale per le regionali (si ipotizza la data del 31 maggio) con il partito di Giorgia che veleggia a doppia cifra e che oltre alla Puglia punta a incassare la candidatura alla presidenza della Regione Marche con Francesco Acquaroli. Nello scacchiere restano la Liguria (appannaggio di Toti), il Veneto (Zaia è intoccabile) e la «renziana» Toscana che Salvini teme possa rivelarsi un'Emilia bis. Sabato la Lega presenterà a Napoli il tavolo per il programma coordinato da Nicola Molteni e Aurelio Tommasetti mentre il capitano sarà in città il 18 febbraio. Sullo sfondo la grande partita per la conquista di Roma Capitale: il leader della Lega non fa mistero di puntarci ma sarà difficile che Meloni ceda proprio a casa sua. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino