Spostò i pazienti, chiuse il reparto e arrivederci a domani: tutti a casa o alla festa, almeno secondo quanto raccontano le cronache del by night di mezza estate. È...
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LE ACCUSE
In una prima fase investigativa, la Procura aveva ipotizzato l’accusa di abuso d’ufficio, ma le conclusioni hanno spinto su un’altra linea, quella della interruzione di pubblico ufficio. Subito dopo lo scandalo, anche i vertici della Asl presero dei provvedimenti, con la decisione di rimuovere dall’incarico lo stesso Pignatelli, sulla scorta della rottura del rapporto fiduciario tra l’amministrazione e un suo dipendente. Scrisse Pignatelli all’ex direttore dell’Asl Mario Forlenza: «Essendo presenti notevoli criticità per la copertura dei turni del personale infermieristico in questo periodo, ho ritenuto opportuno, nella serata per il turno di attività che va dalle 20 del giorno 6/7 alle 8 del giorno 7/7, al fine di assicurare la continuità assistenziale, appoggiare i quattro ammalati degenti del reparto di Chirurgia vascolare, presso la Uoc Chirurgia Generale dello stesso presidio, ove esistevano posti letto disponibili. Ritengo che l’unico errore che mi possa essere ascritto, sia quello di non aver avvisato, e quindi formalizzato per iscritto, la Direzione sanitaria del Presidio ospedaliero, chiedendo l’autorizzazione a procedere in tal senso. Voglio fare comunque ben presente che tale vicenda non ha causato alcun danno o carenza assistenziale ai degenti del reparto». Una versione nella quale non c’è alcun riferimento alla festa per la propria promozione, nessun passaggio sul party organizzato a Pozzuoli, mentre foto e commenti campeggiavano sui media e sui canali social. Verifiche condotte dai carabinieri del Nas, sotto la guida del colonnello Maresca e del maggiore Tiano, ora la parola torna all’ex primario Pignatelli. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino