Non sarà un duello vero e proprio, i due si ascolteranno in diretta senza poter intervenire l'uno sull'altro o se preferite l'uno contro l'altro....
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Salvini-de Magistris non si parleranno addosso ma si ascolteranno reciprocamente. «De Magistris - conclude la giornalista - avrà il vantaggio di parlare per primo, lanciare i suoi messaggi, raccontare cosa intende fare senza essere interrotto; Salvini quello di poter replicare e dire la sua. La mia sensazione è che nessuno dei due volesse lo scontro». Nella sostanza, dopo quello che è successo otto giorni fa - con un quartiere, Fuorigrotta, messo a ferro e fuoco - i contendenti avranno ritenuto che alzare i toni non è esattamente il modo migliore per esporre le loro politiche. Sono stati giorni caldi sull'asse tra arancioni e Lega.
Salvini, a Napoli ha incassato l'appoggio incondizionato di una destra che non trova rappresentanza nel centrodestra attuale, fatto di moderati. Dalle parte del leghista c'è l'estrema destra, quella che non siede in Parlamento. E sarà probabilmente solo un caso, ma giusto ieri quelli di Forza nuova hanno aperto una loro sede nella zona di Chiaia per qualche ora, il tempo del battesimo, militarizzata. A Salvini del sud interessa poco o nulla, la prova muscolare di 8 giorni fa è stata frutto di un errore di strategia degli arancioni che gli hanno dato una ribalta mediatica che nemmeno il più sfegatato dei leghisti osava nemmeno sognare. Il leader della lega ci ha provato a fare il bis: «Sfido de Magistris in piazza quando vuole, voglio caciare quel burattinaio che sta con i centri sociali da Napoli» ha detto a poche ore dagli scontri. Ribadendo che tornerà «presto in città perché invitato dall'Università». Il sindaco non ha - per ora - abboccato: «Sfiderò Salvini quando mi candiderò da premier, dopo che avrò ultimato il mio mandato da sindaco non sento la necessità di sfidare ora un razzista» la sua replica. De Magistris - con il fratello Claudio - guarda al futuro, ha dato vita da qualche settimana al movimento DemA, la cui ambizione è quella di essere un punto di riferimento pure per la sinistra, ma che in realtà acchiappa ovunque sul modello dei Cinque stelle di Beppe Grillo. Anche perché DemA in questi giorni con la sinistra ha più di un problema pur essendo alleati in Aula: il welfare che non funziona, le partecipate che fanno acqua, una giunta politicamente debole e avvitata in maniera esclusiva sulla figura dell'ex pm stanno allargando giorno dopo giorno il solco fra le parti. Il movimento DemA sta cercando di andare oltre i confini di Napoli, in questa ottica ha candidati alle elezioni amministrative di primavera in diversi comuni e un gruppo in Consiglio comunale.
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Il Mattino