Revisione beffa, nel caos le corse della Funicolare centrale di Napoli

Revisione beffa, nel caos le corse della Funicolare centrale di Napoli
Due stop per guasto in 5 giorni. La Funicolare Centrale, revisionata appena sei mesi fa, torna a viaggiare a singhiozzo come in estate. L'impianto che collega piazzetta...

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Due stop per guasto in 5 giorni. La Funicolare Centrale, revisionata appena sei mesi fa, torna a viaggiare a singhiozzo come in estate. L'impianto che collega piazzetta Augusteo al Vomero, ieri mattina si è fermato per circa un'ora, dalle 7,50 alle 9, a causa di un guasto tecnico. I freni di uno dei treni, infatti, sono andati in tilt. Ancora una volta il blocco arriva in uno degli orari di punta: di primo mattino, quando molte persone utilizzano la funicolare per andare a fare le compere. La giornata pre-festiva, con un'affluenza ridotta, ha limitato un po' i danni. Grazie all'intervento tempestivo degli operai di Anm, si è riusciti a ripristinare rapidamente la circolazione. Ma restano forti i disagi patiti dall'utenza, ormai stremata e quasi assuefatta all'inefficienza cronica dei servizi di trasporto pubblico. E questo nonostante la Funicolare Centrale sia stata sottoposta ad un radicale restyling durato 11 mesi per la manutenzione ventennale.


L'impianto si era già fermato per due ore martedì, anche questa volta in una fascia oraria critica per l'affluenza, dalle 13 alle 15, a causa di un guasto al sistema di alimentazione elettrica.

I problemi che si stanno registrando in questi giorni riportano alla mente quelli verificatisi in estate, soprattutto tra la fine di luglio e agosto, durante il periodo di rodaggio, quando l'impianto, in circa due mesi, si è fermato per 14 volte per diversi motivi, tra guasti e anomalie. Percentuali rispetto al totale delle corse, ad ogni modo, secondo l'azienda dei trasporti, comunque nella norma, attorno all'1,5%. Una situazione di perenne incertezza che va di pari passo con le difficoltà economiche dell'Anm, alle prese con la crisi aziendale.
 
Venerdì sera, si è tenuto un summit a Palazzo San Giacomo tra l'azienda e l'amministrazione comunale. Al centro dell'incontro, la vertenza dei 194 licenziamenti collettivi. Il termine ultimo è fissato a giovedì. L'azienda potrebbe mettere sul piatto una nuova proposta. Non è escluso che per sbloccare l'impasse, dopo una serie lunghissima di riunioni per trovare un accordo andate a vuoto, ci possa essere un'apertura nella direzione dell'ampliamento della quota degli esodi incentivati, che potrebbe essere estesa anche a chi non è stato incluso tra gli esuberi, pur avendo i requisiti per la pensione anticipata. Il piano, infatti, al momento prevede 40 uscite con prepensionamento per il 2017, mentre la legge regionale fissa la stanghetta per le domande di ogni azienda a 70 unità.

Ma in questo caso, le posizioni non incluse tra gli esuberi dovrebbero passare per i licenziamenti volontari. In ballo, quindi, 30 posti in più che potrebbero andare a ridurre le quote restanti degli esuberi destinate a mobilità tra le partecipate e riqualificazione. Mentre si discute sulla possibilità che Asìa possa richiedere anche autisti e non solo operatori ecologici, come inizialmente previsto. A complicare la situazione, però, la spaccatura tra i sindacati, con Cgil, Cisl e Uil che hanno chiesto tavoli separati. «Sono certo commenta Nino Simeone, presidente della commissione Trasporti - che l'amministrazione, dopo tante discussioni, prenderà delle decisioni condivise con i sindacati».

Per Fulvio Fasano (Ugl Trasporti), «per rilanciare Anm, bisogna ripartire e investire sull'esercizio e sulla sicurezza. È assurdo che una funicolare appena rifatta abbia tutti questi problemi legati alla manutenzione. Mentre non si può tollerare che viaggiatori e lavoratori possano essere preda di violenze all'esterno o all'interno di stazioni e mezzi». È attesa in settimana, intanto, la decisione dell'avvocato Francesco Sciaudone sull'accettazione dell'incarico di commissario giudiziale Anm nell'ambito della procedura del concordato preventivo. Sciaudone, giurista affermato ed esperto di trasporti, andrebbe a sostituire l'avvocato Giacomo D'Attorre che ha rinunciato all'incarico per motivi personali, e ad affiancare il commercialista Massimo Di Pietro che ha già accettato.


I commissari, alla fine, potrebbero restare solo in due. I giudici, infatti, hanno revocato la nomina della commercialista Maria Caputo, esperta di diritto fallimentare, alla luce della possibilità che un suo stretto congiunto possa essere candidato alle prossime elezioni nel collegio partenopeo.
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Il Mattino