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«I nostri scooter sono costantemente presi di mira in questo parcheggio dove i criminali agiscono impunemente alla luce del giorno nell’indifferenza generale. La situazione è insostenibile. Abbiamo inviato le immagini anche alla sicurezza del centro commerciale per chiedere più tutela». È questa l’ultima richiesta d’aiuto lanciata da alcuni riders napoletani dopo l’ennesimo video in cui si vede un tentativo di furto messo in atto da una coppia di malviventi all’interno del parcheggio del centro commerciale di via Argine. Nelle immagini, infatti, si vedono i due criminali, giovanissimi entrambi e vestiti di nero che, sotto gli occhi di numerosi passanti prendono a calci lo sterzo di uno scooter lasciato in sosta in modo da romperne il blocco sicurezza, per poi, portarselo via in tutta tranquillità. Una tecnica collaudata insieme a quella, molto più pericolosa, di puntare una pistola in faccia alla vittima designata con il solo scopo di sottrargli il mezzo di lavoro, scooter o bicicletta che sia. Un appello, quello dei riders, accolto immediatamente dal consigliere regionale di Europa Verde. In un lungo post affidato ai social, Francesco Borrelli ha esortato le istituzioni a impegnarsi per garantire una maggiore tutela ai rider che definisce, ormai, come categoria vittima della criminalità.
«La categoria dei riders - scrive - è stata presa di mira da criminali di ogni sorta che, nonostante le severe condanne impartite agli aggressori del rider di Calata Capodichino con 10 anni di reclusione, continuano a ritenerli delle facili prede da minacciare, picchiare, derubare.
Il ragazzo, come lui stesso avrebbe riferito alle forze dell’ordine, sarebbe stato avvicinato da due soggetti in sella a uno scooter che, dopo avergli puntato contro un’arma, si sarebbero appropriati del veicolo a pedalata assistita. Non è tutto. Perché il fenomeno di furti e rapine ai danni dei rider ha ricadute su un altro aspetto di questa particolare categoria lavorativa, quello della sicurezza stradale. A spiegarne la connessione è stato Luca Simeone, presidente dell’associazione “Napoli Pedala” e tra i promotori della “Casa del rider”, che ha come scopo proprio quello di tutelare gli appartenenti alla categoria. Raggiunto telefonicamente da Il Mattino, ha riferito che «sicuramente il timore di vedersi rubare lo scooter o la bicicletta elettrica appena acquistata, condiziona i rider che, per evitare di perdere un investimento economico importante, ripiegano su veicoli piuttosto datati, a volte anche di terza o quarta mano.
Ovviamente questo comporta numerosi problemi a cominciare da quello della sicurezza perché un “mezzo” che ha già diversi anni e chilometri sulle spalle non solo necessita di costante manutenzione ma è anche soggetto a maggiori guasti rispetto a un veicolo appena uscito dal concessionario. È facilmente intuibile, quindi, cosa potrebbe accadere a un rider cui si rompono i freni dello scooter perché, ormai, vecchi. Senza contare le problematiche che nascono quando un rider deve lasciare il proprio veicolo in officina per un guasto. In questo caso c’è il rischio, infatti, che possa perdere intere giornate di lavoro. Noi proviamo a dargli una mano mettendo a disposizione delle biciclette elettriche per il tempo necessario affinché il mezzo non sia riparato».
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