Giornata nera sul fronte dei rifiuti. Duecento euro a tonnellata non sono bastati a convincere le aziende a smaltire la spazzatura campana e sono andate per la seconda volta...
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I NODI
Gli impianti, e non solo quelli campani, sono zeppi di spazzatura e i prezzi per trasportare e smaltire i sacchetti continuano a salire. Nella precedente gara la Regione aveva messo a base d’asta 178 euro a tonnellata, salendo poi con il secondo bando a 200 euro, ma tutto è stato inutile. Adesso lo staff di Fulvio Bonavitacola sta studiando soluzioni alternative: da nuovi bandi a trattativa diretta al possibile utilizzo della frazione umida stabilizzata. Nei prossimi giorni Palazzo Santa Lucia deciderà comunque la strada da seguire per liberare i tritovagliatori dai rifiuti che li ingombrano e avviare così la realizzazione degli impianti di compostaggio che dovrebbero aiutare a smaltire in regione i rifiuti.
LE OSSERVAZIONI
Ma le difficoltà per raggiungere una gestione corretta, lo ha evidenziato Cantone nella sua relazione alla commissione ecomafie, non sono poche.
Oltre a quella segnalata a proposito delle balle, l’Anac ha svolto almeno altre tre importanti istruttorie.
La prima si è incentrata sul continuo ricorso da parte di molti comuni al sistema delle proroghe negli appalti che ha alimentato secondo Cantone «un vero e proprio circolo vizioso che ha assunto la fisionomia di un assetto frammentario, incoerente e di tenore emergenziale, improntato esclusivamente alla necessità di garantire senza soluzione di continuità l’erogazione del servizio pubblico, la cui interruzione rischierebbe di provocare danni gravissimi e irreparabili alle collettività». La seconda ha puntato sul servizio di gestione dell’impianto per il trattamento dei rifiuti organici di Salerno da parte di Daneco Impianti spa e sul servizio di raccolta differenziata dei rifiuti con particolare riguardo alla gestione della società in house Salerno Pulita Spa, determinando la revoca dell’appalto. Dell’attività di vigilanza è stata informata l’autorità giudiziaria competente sia in sede penale che erariale. La terza istruttoria ha riguardato invece l’appalto per la raccolta dell’amianto nel Comune di Napoli.
Anche in questo caso si è arrivati alla revoca dell’appalto entrato nel mirino dell’Anac e alla gestione diretta del servizio da parte dell’Asìa. Soluzione che non convince del tutto l’Authority visto che «l’affidamento in house alla Asìa Napoli presenta caratteri di eccezionalità, essendo stato disposto, ancora una volta, per “supplire” ad una situazione di carenza (annullamento della precedente gara)… e in ragione del fatto che, nonostante la presenza di tale affidamento, il servizio continua ad essere in concreto espletato in via emergenziale da uno o più soggetti diversi da quello formalmente individuato, soggetti sui quali il Comune non ha fornito indicazioni, né nominativi, né documentazione». Sono dunque in corso nuovi accertamenti. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino