Il sindaco metropolitano Luigi De Magistris firma l'ordinanza per portare 11mila e cinquecento tonnellate di rifiuti nell'area Asi di Caivano e gli imprenditori dichiarano...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
LE PRESCRIZIONI
L'elenco è lungo: al momento mancano i canali di scolo e i cordoli di contenimento, le pavimentazioni risultano sconnesse, non sono state individuate le reti di convogliamento del percolato, e sono presenti dei camion necessari all'attività dell'impresa. Non solo: è assente una lunga serie di documenti, a cominciare dalle planimetrie per finire alle relazioni tecniche sugli impianti antincendio, cosa particolarmente importante visto che il capannone adiacente, quello della Di Gennaro Spa, l'anno scorso andò in fiamme. Per ora non è stata fatta nemmeno la relazione tecnica sull'adeguatezza dei luoghi.
E a questo punto la vicenda si complica: se, come si sostiene nel documento firmato da de Magistris, non si fa in tempo a mettere a posto i siti di Giugliano ed Acerra, come si farà a sistemare Caivano?
GLI IMPRENDITORI
Secondo l'avvocato Denis Scarmozzino, rappresentante del consorzio Asi di Caivano, che riunisce le aziende presenti nell'area al cui interno dovrebbero essere sistemati i rifiuti, al momento l'ordinanza è inefficace: «Perché non sono state ancora adottate le prescrizioni e non sono stati fatti i lavori richiesti da Arpac e Asl che nel sopralluogo del 7 settembre hanno indicato la necessità di ulteriori interventi rispetto a quelli già individuati a fine agosto e hanno richiesto altri documenti come la documentazione vigili del fuoco».
Ma non solo: secondo il legale manca il presupposto fondamentale per poter emettere il provvedimento: l'emergenza. «Al momento - osserva Scarmozzino - non ci sono né rifiuti in strada né rischi per la salute, quindi non può essere emanata nessuna ordinanza contingibile e urgente».
Scatenato Nino Navas, vicepresidente del consorzio Asi. Su Facebook pubblica un post che raccoglie molti consensi: «Ci opporremo con tutti i mezzi! - scrive - Basta. Se loro non rispettano regole e leggi che tutelano tutti sarà guerra legale e in strada. Siamo uniti contro questi delinquenti. Questo è i l primo atto poi appena il termovalorizzatore ricomincerà a essere operativo dovremo combattere per far togliere anche le 400mila tonnellate che dal 2003 sono giacenti sul nostro territorio».
LA POLITICA
In campo anche il capogruppo di Forza Italia in Consiglio regionale, Armando Cesaro, che sostiene: «Vale la pena di sottolineare che l'autorizzazione alla Sapna è stata data, sebbene con il parere favorevole dell'Arpac, con numerose prescrizioni sulla effettiva e perfetta funzionalità degli impianti e dei siti che dovranno accogliere i rifiuti. Chiediamo ed anzi pretendiamo la massima trasparenza su tutto: siamo pronti alle barricate. Pretenderemo un impegno formale e vigileremo sui tempi di svuotamento del sito perché mai come questa volta i ritardi sono inammissibili».
© RIPRODUZIONE RISERVATA Leggi l'articolo completo su
Il Mattino