NAPOLI - Mangia i gas tossici delle discariche e pulisce così l'aria che respiriamo. Non è un supereroe, ma un superbatterio. Anzi, per la precisione, una miscela di batteri...
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"La discarica respira e ciò che emette per noi è tossico. Questa miscela - ha spiegato il responsabile tecnico del progetto, Pierpaolo Moretti - crea una sorta di filtro microbico sfruttando il terreno della discarica. I microbi in sostanza mangiano le emissioni nocive prodotte che sono poi quelle che vengono sprigionate nell'aria e ci fanno ammalare. Uno dei principali problemi della Terra dei fuochi infatti è proprio l'aria e quello che è contenuto nell'acqua. Con questi batteri si possono mitigare fortemente se non eliminare gli effetti della discarica sull'aria che respiriamo".
Lo sanno bene le persone che abitano nelle case di fronte alla discarica di Pianura, intere famiglie si sono ammalate di tumore. Il linfoma di Hodgkin, tra i più rari - nel mondo si contano circa 8mila casi all'anno - qui ha colpito circa 60 persone, come censito anche da alcune inchieste aperte dalla magistratura. Un morbo che si sviluppa di solito nelle aree fortemente industrializzate. A Pianura di grandi industrie non ce ne sono, ma ci sono tutti i loro scarti. Per quasi cinquant' anni sono stati sversati rifiuti dell'industria chimica, fanghi industriali, polveri d'amianto, rifiuti tossici per la maggior parte provenienti dal Nord Italia. Il progetto che partirà ufficialmente il 4 giugno è stato già sperimentato in altre zone d'Italia: a Sanremo, Diano Castello, Siena, Asti, Cuneo (nei terreni), Diano Marina e Alassio (nella acque litorali e portuali). "Abbiamo ottenuto un abbattimento quasi del 95% - ha affermato il rappresentante Bio. V.I.T.A, Vittorio Ambrosio - anche se va specificato che si trattava di zone per cui avevamo dati certi su cosa ci fosse in quei terreni ed in quelle acque, diversamente da Caselle dove dovremo procedere con una quantità standard del prodotto e come un abito tagliarlo su misura man mano che andremo avanti". Una volta terminata l'inoculazione, le analisi dell'Arpac - che ha dato l'ok all'avvio della sperimentazione insieme al Comune di Napoli, sul posto erano presenti insieme ai tecnici il vicepresidente del Consiglio Marco Nonno ed il vicepresidente della municipalità Angelo De Falco - diranno se il progetto ha prodotto effetti e quali Leggi l'articolo completo su
Il Mattino