Trentotto persone, tra ex cui sindaci, professionisti e imprenditori, sono stati rinviati a giudizio dal gup del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere Nicoletta Campanaro per...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Nel frattempo l'inchiesta è andata avanti molto lentamente, con alcuni pm che si sono succeduti, tra cui la sostituta Antonella Cantiello, che istruì l'indagine, e che è morta qualche mese fa. Il tempo trascorso dalla commissione dei reati ha fatto scattare la prescrizione per oltre 40 capi di imputazione, facendo uscire definitivamente dal processo una ventina di imputati: tra questi figurano l'ex sottosegretario all'Economia Nicola Cosentino e l'ex consigliere regionale dell'Udeur Nicola Ferraro, entrambi condannati per concorso esterno in camorra, l'imprenditore Angelo Grillo, ritenuto vicino al clan Belforte e condannato per un omicidio di camorra. Tra gli imputati rinviati a giudizio nel processo che inizierà l'otto maggio 2019, ci sono gli ex sindaci Francesco Goglia (Casal di Principe) ed Enrico Fabozzi (Villa Literno), quest'ultimo condannato in passato per reati di camorra; entrambi ricoprirono ruoli di vertice nel Cub subito dopo la sua istituzione.
Dovranno affrontare il dibattimento gli ex commissari liquidatori del Cub, come Gaetano Farina Briamonte, Domenico Pirozzi e Gianfranco Tortorano, e politici come Giuseppe Venditto, esponente del Pd, «colletti bianchi» come l'ex direttore generale del Cub Antonio Scialdone, ritenuto uno dei funzionari che si spese per le promozioni a pioggia di decine di dipendenti che non avevano requisiti né titoli per occupare mansioni di livello superiore, con un forte aggravio per la casse dell'ente, finanziato dai canoni pagati dai Comuni; manovre che secondo l'accusa furono fatte sia prima delle elezioni comunali a Vitulazio, comune del casertano di cui Scialdone è originario, che delle regionali del 2010, quando si candidò la moglie di Scialdone, anch'essa rinviata a giudizio. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino