Per avere abusivamente una casa, nel Rione Salicelle, bastava esibire al clan il certificato penale. Se era «sporco» al punto giusto, con tanti precedenti e...
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Il criterio utilizzato in questa prima e seria risposta dello Stato è stato quello di sfrattare proprio chi, tra i 212 «titolari» abusivi degli appartamenti occupati illegalmente, risultava avere tra i precedenti penali appunto quel 416 bis, il marchio giudiziario del camorrista. Tre i nuclei familiari fatti sloggiare. Il primo appartamento ad essere liberato è stato quello occupato da Adriana Buono, moglie di Aniello Barbato, secondo la Dda napoletana uno dei boss più potenti dell'omonimo clan, attualmente detenuto.
Le operazioni, a cui hanno preso parte anche i tagliatori dei Vigili del Fuoco, un nugolo di agenti della polizia locale e il personale della Croce Rossa con le ambulanze, sono iniziate poco dopo le otto in un quartiere letteralmente assediato dalle forze dell'ordine. E visto l'imponente schieramento, nessuno ha osato mettere in pratica quanto minacciato nelle ultime settimane: la rivolta. Come quella del 2009, quando in seguito allo sgombero di un solo appartamento oltre tremila persone scesero in strada, bloccando autostrada e Asse Mediano e dando fuoco a cassonetti e pneumatici, tanto che quell'unico sgombero fu annullato. Una sconfitta che ancora brucia allo Stato.
Gli appartamenti liberati sono stati murati per evitare che nel giro di una notte fossero rioccupati di nuovo. I tre nuclei familiari alloggeranno per un ridotto periodo di tempo presso alcune strutture alberghiere della zona, con i costi a carico del Comune, mentre mobili e masserizie sono state portate in un deposito. Nel corso delle verifiche dei tecnici dell'Enel sono stati individuati alcuni appartamenti allacciati abusivamente alla rete elettrica della pubblica illuminazione. Tre donne sono state denunciate dai carabinieri per furto di energia elettrica. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino